ESCLUSIVA PSB – Scarlato: “Necessario dare un segnale al calcio italiano. Lo Spezia può giocarsela con chiunque. Su Crotone e Frosinone…”
SCARLATO ESCLUSIVA – La redazione di PSB ha intervistato in esclusiva Gennaro Scarlato, ex difensore e capitano del Napoli che nel 2004 disputo’ il torneo di Serie C oltre che, tra le altre, di Spezia, Crotone e Frosinone. Molti gli interessanti spunti offerti sul campionato cadetto, ma non solo. Sig.Scarlato, lei di “nobili decadute” se ne […]
SCARLATO ESCLUSIVA – La redazione di PSB ha intervistato in esclusiva Gennaro Scarlato, ex difensore e capitano del Napoli che nel 2004 disputo’ il torneo di Serie C oltre che, tra le altre, di Spezia, Crotone e Frosinone. Molti gli interessanti spunti offerti sul campionato cadetto, ma non solo.
Sig.Scarlato, lei di “nobili decadute” se ne intende essendo stato capitano del Napoli nel 2004, anno in cui i partenopei furono costretti a ricominciare dal campionato di Serie C a causa di problemi di natura finanziaria che li afflissero. Come è possibile, secondo lei, che nonostante passino gli anni, ogni stagione siamo costretti ad assistere a svariati fallimenti o situazioni critiche, come quella attuale del Palermo, che non smettono di tormentare il nostro calcio ?
“Il problema, secondo me, è a monte. Se la coperta è corta non intervenire quando è il momento di farlo può portare a conseguenze disastrose. Agevolare oggi potrebbe significare distruggere domani. Dispiace molto per una piazza storica come Palermo, vedremo cosa ne uscirà fuori nelle prossime ore, ma è l’ennesimo caso che dimostra l’inefficienza della nostra normativa in ambito calcistico. Un altro esempio è il Chievo, che prima dell’inizio del campionato di Serie A si pensava potesse essere condannato alla retrocessione per alcune vicende societarie: alla fine non è stato così ma i clivensi sono arrivati ultimi in classifica disputando una stagione desolante. È un peccato non solo per le squadre e le città coinvolte ma per l’intero movimento calcistico nazionale.”
Esiste una via d’uscita, a suo avviso? Dove bisognerebbe intervenire per arginare questa emorragia che logora il sistema-calcio in Italia?
“La soluzione sarebbe privilegiare le società sane, qualunque sia la categoria di riferimento. In particolare, quelle che hanno una solida programmazione a lungo termine sia dal punto di vista tecnico che economico e cercando di intervenire in maniera decisa verso quelle realtà che invece non lo sono. Solo così, a mio avviso, si potrà mettere un po’ di ordine e dare un chiaro segnale al nostro calcio. Ne va della credibilità e dell’integrità dell’intero sistema.”
Attendendo novità in queste ore a riguardo, proviamo a concentrarci sul campo, rifacendoci al calendario attuale: lo Spezia domani ospiterà il Cittadella nel primo turno dei playoff. La squadra di Marino appare come la vera e propria mina vagante di questi spareggi promozione: da ex calciatore spezzino, quante possibilità dà alla squadra di arrivare fino in fondo?
“Sulla carta lo Spezia a livello di organico è superiore rispetto al Cittadella. In queste partite però spesso non conta chi è più bravo ma chi ci arriva nel migliore dei modi a livello fisico e mentale. Credo sia favorita la squadra ligure, ma sarà fondamentale non sottovalutare la squadra di Venturato che ha delle ottime qualità e sa stare bene in campo nonostante un campionato ricco di alti e bassi. Nei playoff le insidie sono sempre dietro l’angolo, ma lo Spezia può affrontarle al meglio con grande spensieratezza e sapendo di poter dare fastidio a tutte le avversarie.”
Mancherà in questi playoff il Crotone, compagine che ci si sarebbe aspettati di veder lottare per la promozione diretta ma che si è ritrovata a dover evitare la retrocessione, raggiunta dopo un girone di ritorno straordinario: cosa ha impedito, secondo lei, alla squadra calabrese di poter esprimere appieno il suo potenziale?
“Dalla retrocessione dalla A alla B la dello scorso la squadra ha pagato lo scotto. Quando retrocedi sei ancora mentalmente proiettato in una realtà più importante come quella della massima serie e sei convinto che la qualità che possiedi possa a prescindere farti prevalere sulle avversarie. In realtà però così non è perché il torneo cadetto è molto difficile. Se non sei concentrato e proiettato a dovere nella categoria rischi di soccombere perché nessuna squadra vuole perdere ed è difficile fare punti ovunque.”
È durata solo un anno, invece, la stagione del Frosinone in Serie A, che rivedremo di conseguenza in cadetteria il prossimo anno. Ancora una volta i Ciociari non sono riusciti a mantenere la massima serie, nonostante abbiano dimostrato di essere una realtà solida con diversi giovani di rilievo ed uno stadio moderno che in pochi possono vantare, in un panorama calcistico in cui gli impianti di mezza Italia cadono a pezzi. Dove secondo lei la società dovrà migliorare per poter tornare e, magari mantenere, la Serie A?
“Questa, personalmente, è la delusione maggiore dell’ annata sportiva corrente, perché a Frosinone ho vissuto l’esperienza più lunga della mia carriera e, di conseguenza, dispiace molto per questo verdetto. Qualche errore indubbiamente è stato commesso, soprattutto in virtù di quanto successe nell’ultima annata che i Ciociari disputarono in massima serie: per l’esperienza patita, mi sarei aspettato che la società integrasse all’organico qualche calciatore di esperienza che contribuisse al percorso ed all’obiettivo che la squadra intendeva raggiungere. Il rammarico c’è perché la squadra per questa stagione aveva tra le proprie fila ragazzi niente male come Pinamonti e Valzania e perché a livello societario, come hai detto tu, è una realtà solidissima. Hanno un centro sportivo ed uno stadio moderno che possono contribuire a fare calcio nel modo giusto ripartendo già dal prossimo campionato di B. Le premesse ci sono e sono ottime ed auguro al Frosinone di tornare nel massimo campionato e di rimanerci per molto tempo.”