Venezia, Bruscagin: “Non accettiamo di scendere in campo a queste condizioni. Ci hanno tolto la dignità”
VENEZIA BRUSCAGIN – Era presente anche Matteo Bruscagin alla conferenza stampa indetta stamane nella sede societaria del Venezia Calcio. Il difensore dei lagunari, accanto a mister Cosmi, ha espresso la sua perplessità sulla decisione del Consiglio Federale di far disputare i playout al club veneto contro la Salernitana. Scelta che, per tempistiche e modalità in cui è […]
VENEZIA BRUSCAGIN – Era presente anche Matteo Bruscagin alla conferenza stampa indetta stamane nella sede societaria del Venezia Calcio. Il difensore dei lagunari, accanto a mister Cosmi, ha espresso la sua perplessità sulla decisione del Consiglio Federale di far disputare i playout al club veneto contro la Salernitana. Scelta che, per tempistiche e modalità in cui è stata adottata, non va giù alle due compagini. Questo un estratto delle dichiarazioni di Bruscagin riprese dai colleghi di Trivenetogoal.it:
“L’11 maggio eravamo felici di poter giocare i play out, dopo aver vinto una partita a Carpi in cui eravamo quasi retrocesso. Ci saremmo arrivati di slancio con tre risultati utili di fila in altrettante partite e nessuno di noi aveva intenzione di non giocare il 19 e 26 maggio, come da programma. Alla fine ci era stato detto che eravamo salvi e non avremmo più dovuto giocare. Abbiamo diversi giocatori in scadenza che pensavano già al prossimo anno, altri come Zigoni e Di Mariano che sono andati a curarsi e in tutto questo il 30 maggio ci viene detto che dobbiamo scendere in campo cinque giorni dopo in una gara in cui ci giochiamo anche il nostro futuro, la nostra carriera ed il nostro contratto. Non potevamo preparare i playout con la testa giusta perché non sapevamo se e contro chi avremmo dovuto giocare. Non sono condizioni etiche e sportive normali. I giocatori della Salernitana? Ci abbiamo parlato, ma non c’è mai stata la volontà comune di fare qualcosa di eclatante assieme. Non possiamo astenerci perché rischiamo di perdere a tavolino e subire una squalifica di 5/6 mesi. Si è parlato di dignità tolta ai nostri colleghi. A noi, invece, chi la restituisce? Dovremo preparare una partita fondamentale a cinque giorni di distanza dal momento in cui è stata adottata la relativa decisione. Viste le parole di Gravina, che ha minacciato le società, cosa dovremmo fare noi giocatori? Non andare in campo? Così avremmo tutto da perdere, ma non ci stiamo a giocare in queste condizioni. Se ci avessero detto il 13 maggio di giocare il 30 giugno lo avremmo fatto, ma non sei giorni prima. Ma così non è il modo di fare”.