ESCLUSIVA PSB – Protti: “Complimenti a Breda nonostante le avversità iniziali. Lucarelli penalizzato da episodi e sfortuna. Sul mio futuro…”
PROTTI ESCLUSIVA – La redazione di PSB ha avuto l’onore di poter intervistare in esclusiva “Lo Zar” Igor Protti, simbolo del nostro calcio a cavallo tra gli anni 90′ e 2000 e bandiera assoluta del Livorno. È l’unico calciatore, assieme a Dario Hubner, ad essersi laureato capocannoniere in tutte e tre le serie professionistiche italiane. Un vero […]
PROTTI ESCLUSIVA – La redazione di PSB ha avuto l’onore di poter intervistare in esclusiva “Lo Zar” Igor Protti, simbolo del nostro calcio a cavallo tra gli anni 90′ e 2000 e bandiera assoluta del Livorno. È l’unico calciatore, assieme a Dario Hubner, ad essersi laureato capocannoniere in tutte e tre le serie professionistiche italiane. Un vero e proprio monumento del pallone tricolore con il quale abbiamo tratto un bilancio della stagione dei labronici conclusasi con la salvezza, soffermandoci inoltre sul suo futuro e su cosa significhi per lui essere un simbolo del Livorno e di Livorno.
Una stagione nata sotto una cattiva stella, ma conclusasi come meglio non ci si sarebbe potuto auspicare. Grande merito va sicuramente riconosciuto a mister Breda: quali tasti il tecnico trevigiano è stato bravo a toccare per cambiare il volto alla squadra?
“Roberto ha innanzitutto messo a disposizione del gruppo la sua grande esperienza nel campionato di Serie B trovando, nella disponibilità e professionalità dei ragazzi, un “solco” dal quale ripartire dopo un inizio tutt’altro che incoraggiante dal punto di vista dei risultati. La squadra aveva e continua ad avere valori tecnici ed umani che Breda è riuscito a valorizzare appieno e che hanno fatto sì che riuscisse a combattere le avversità iniziali raggiungendo alla fine del torneo una salvezza che, per come si erano messe le cose, sa quasi di miracolo. Sicuramente per il raggiungimento di questo traguardo il suo contributo è stato determinante, ma ci terrei a ringraziare e dare merito anche al lavoro di Lucarelli poiché, nonostante la sua parentesi sia stata caratterizzata da episodi veramente sfortunati, ha gettato le basi e svolto un lavoro determinante ai fini del mantenimento della categoria.”
Come ricordava, Breda è subentrato a mister Lucarelli che, invece, non è stato protagonista di una parentesi fortunata sulla panchina labronica: cosa non ha funzionato secondo lei sotto la guida dell’ex bomber amaranto?
“Come le dicevo, Cristiano ha svolto un lavoro fondamentale nella sua, seppur poco fortunata, parentesi alla guida della squadra. Innanzitutto il gruppo era molto rinnovato e c’erano diversi giocatori che necessitavano di un legittimo periodo di adattamento alla nostra realtà, che magari poteva apparire molto diversa rispetto a quelle di loro provenienza. A questo si aggiungono soprattutto una serie di episodi a noi non particolarmente favorevoli nelle prime gare del campionato. Le faccio qualche esempio: nella nostra prima partita stagionale di B esordimmo in trasferta a Pescara. In quella gara fallimmo un rigore sullo 0-0, subimmo due altrettanti penalty che ci portarono in svantaggio e negli ultimi minuti colpimmo anche due pali clamorosi perdendo la gara. La domenica successiva uscimmo sconfitti immeritatamente in casa con il Crotone in una partita molto ben giocata. Sono momenti che spesso minano la sicurezza del gruppo e che in fin dei conti incidono molto sulla classifica. A prescindere dal fatto che i risultati non abbiano dato ragione a Lucarelli, credo che il suo lavoro debba essere comunque considerato positivo.”
Dal punto di vista tecnico, invece, quali sono stati gli elementi amaranto fondamentali per il raggiungimento del traguardo e dai quali pensa che debba ripartire il progetto anche nel prossimo campionato?
“Certamente il gruppo nel suo complesso perché ha fatto sì che questa impresa divenisse tale quando erano in pochi a crederci realmente dandoci per spacciati. Come detto prima, è chiaro che senza valori tecnici non si vince, ma vorrei sottolineare soprattutto le qualità morali dei ragazzi che reputo invidiabili e non scontate da trovare nel mondo del calcio. I calciatori più “anziani” sono stati esempio e guida per i più giovani e, viceversa, i meno esperti hanno accantonato gli interessi individuali per favorire quelli del collettivo.”
Dopo le indelebili pagine di storia scritte con la casacca amaranto da calciatore, lei ha rappresentato una figura fondamentale all’interno dell’ambiente livornese negli ultimi anni anche da club manager, come testimoniato dai calciatori più volte durante l’arco della stagione. Il suo contratto scadrà il prossimo 30 giugno: ci sono possibilità che continui il suo percorso in quel di Livorno? Se così non dovesse essere, dove si vede nel prossimo futuro?
“In questo momento dopo una stagione così impegnativa il mio unico pensiero è quello di prendermi un periodo di riposo (ride ndr). Come ricordava lei, il mio contratto è in scadenza il prossimo 30 giugno e per il momento non faccio parte del Livorno del prossimo futuro in qualità di club manager. Non ho precisi progetti al momento riguardo la mia esperienza professionale. La situazione ad oggi è questa e mentirei se dicessi il contrario, ma vediamo cosa succederà nelle prossime settimane.”
Quale crede sia stato il valore più importante ad essere riuscito a trasmettere alla squadra in questi anni e che l’hanno resa un punto di riferimento per società, staff e calciatori?
“Oltre a quanto abbia avuto la fortuna di imparare in tanti anni di calcio giocato, ho sempre cercato di trasmettere, nel mio piccolo, la mia idea ed i miei valori di sport all’interno dello spogliatoio. Per tre anni, da club manager, ho sempre avuto una squadra che ha combattuto e sputato sangue per la maglia: è questo quello che mi piace e quello che la nostra tifoseria vuole vedere quando un qualsiasi calciatore scende in campo con la maglia del Livorno addosso.”