Benevento, Viola: “De Zerbi mi ha migliorato, ancora qui per merito di Vigorito”
VIOLA BENEVENTO DE ZERBI – Il centrocampista del Benevento Nicolas Viola, protagonista di uno strepitoso avvio di stagione, ha rilasciato una lunga intervista a Gianlucadimarzio.com. “Il calcio è stato la mia salvezza, nel luogo in cui sono nato c’era poco: la famiglia e un pallone erano tutto ciò che avevo. Ricordo che quando fui preso a 14 dalla […]
VIOLA BENEVENTO DE ZERBI – Il centrocampista del Benevento Nicolas Viola, protagonista di uno strepitoso avvio di stagione, ha rilasciato una lunga intervista a Gianlucadimarzio.com.
“Il calcio è stato la mia salvezza, nel luogo in cui sono nato c’era poco: la famiglia e un pallone erano tutto ciò che avevo. Ricordo che quando fui preso a 14 dalla Reggina i miei non potevano accompagnarmi e ogni giorno tornavo la sera tardi in pullman, spesso ho avuto paura. In maglia amaranto sono diventato prima di tutto uomo, ho un bel ricordo di Pillon che mi fece esordire a 19 anni in Serie A. A un certo punto la società volle che rinnovassi il contratto, ma non ero in scadenza e rifiutai diventando un peso. Il trasferimento a Palermo non andò nel verso giusto, fu un anno confusionario con cinque cambi di allenatore: non sapevamo mai cosa attenderci. Il tutto culminò con la retrocessione in cadetteria e io non ero soddisfatto di me stesso e della mia carriera. A volermi fortemente a Benevento fu mister Baroni, al primo colloquio col presidente Vigorito gli promisi che l’avrei aiutato a centrare la promozione. Con la piazza giallorossa è stato un colpo di fulmine, città, persone e squadra mi hanno impressionato. Una volta centrato il traguardo cambiammo tanto, forse troppo. La A è una categoria a parte, ma con De Zerbi cambiò tutto: il suo è il calcio del futuro, ci permetteva di comandare il gioco e vedere soluzioni di cui altri non erano consapevoli. Mi ha dato maggior sicurezza nei miei mezzi, ripeteva che ero forte e dovevo solo convincermene. Per me il mister merita un grande club. Dopo il ritorno dei sanniti in Serie B c’erano tutti i presupposti affinché me ne andassi, ma il presidente mi convinse che nella massima serie ci saremmo tornati assieme. Con Foggia ho un grande rapporto, lo conosco da quando ho iniziato a Reggio: è stato il perfetto intermediario tra me e Vigorito, un uomo ambizioso che sta costruendo qualcosa di importante. L’esito della scorsa stagione ha palesato tutti i limiti mostrati nell’arco del campionato. Quest’estate Inzaghi mi ha chiamato appena ha accettato l’incarico, mi ha fatto sentire da subito importante. La sua carica è sorprendente, riesce a entrare nella testa dei calciatori e pretende sempre il massimo. Se penso a ciò che ha vinto mi sorprendo a scorgere la sua ferocia. In spogliatoio c’è rabbia e voglia, viviamo ogni gara come una finale e vorremmo vincerle tutte. Questa città ormai mi ha adottato, voglio confermarmi col giallorosso addosso: quando torneremo in A sarà per restarci.”