ESCLUSIVA PSB – Chievo, Segre: “Orgoglioso di essere qui, l’obiettivo è la Serie A”
JACOPO SEGRE CHIEVO VERONA – Dedizione e coinvolgimento. Sono queste le sensazioni che nascono all’ascolto dei discorsi di Jacopo Segre riguardanti il Chievo Verona. Il centrocampista classe ’97, di proprietà del Torino, ha pienamente sposato la causa dei clivensi. Questa partecipazione emotiva e professionale non potrà che risultare benefica al ragazzo e alla squadra. Intervenuto […]
JACOPO SEGRE CHIEVO VERONA – Dedizione e coinvolgimento. Sono queste le sensazioni che nascono all’ascolto dei discorsi di Jacopo Segre riguardanti il Chievo Verona. Il centrocampista classe ’97, di proprietà del Torino, ha pienamente sposato la causa dei clivensi. Questa partecipazione emotiva e professionale non potrà che risultare benefica al ragazzo e alla squadra. Intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, ecco le sue dichiarazioni.
Jacopo, fino ad ora hai giocato tutte le partite, molto spesso dal primo minuto. Marcolini crede molto in te, elemento, questo, di notevole importanza nell’ambito di un percorso all’interno di una società così blasonata.
“Sono orgoglioso di poter far parte di questa società e di questo gruppo. Ho a che fare con persone splendide, dal presidente fino ai magazzinieri. Spero di aiutare i miei compagni in ogni partita, continuando a dare il 100% come sto facendo. Potranno esserci alti e bassi, ma il supporto e l’impegno da parte del sottoscritto non mancheranno, questo posso assicurarlo. Sono in una squadra con valori davvero importanti e non mi tirerò indietro”.
Parlando del collettivo, il Chievo è una squadra che va studiata per bene. I principi su cui lavora il tecnico vi rendono una squadra propensa ad offendere con dei concetti che coinvolgono tanti calciatori nello sviluppo della manovra. L’impressione, però, è che alle volte manchi qualcosa in termini di equilibrio. Due partite che hanno fornito indicazioni in tal senso possono essere l’ottima prestazione contro Ascoli e il derby, vostra ultima uscita, dove forse vi siete abbassati eccessivamente. Come credi che bisogna lavorare sotto questo punto di vista?
“La nostra è una squadra che vuole ritornare immediatamente in Serie A seppur, ovviamente, bisogna far conto con gli avversari. La nostra filosofia ci porta ad attaccare tutti insieme per cercare di creare pericoli. Gli esempi fatti sono calzanti. Contro il Cittadella è stato evidente come nel primo tempo fossimo più bassi, così da permettere ai nostri antagonisti di avere più possesso. Nella ripresa siamo stati bravi ad iniziare a giocare, così da creare occasioni contro una squadra forte, che sta dimostrando di avere profili in grado di poterle permettere di disputare un ottimo campionato. Per quanto riguarda l’Ascoli, sono d’accordo nel dire che il Chievo è stato più propositivo nell’arco dei novanta minuti. Ogni partita va chiaramente analizzata: eravamo in casa, cercavamo da tempo una prestazione simile con qualità e fraseggio. Dunque ogni match è una storia a sé, cercheremo di restare tranquilli e provare sempre a macinare gioco”.
Sei molto giovane, eppure nella tua carriera hai già avuto modo di metterti in mostra con diverse casacche. Quello che va sottolineato è la corretta gestione della scelta, elemento che, alla tua età, è di fondamentale importanza. Il Piacenza come prima esperienza tra i professionisti, una seconda annata di apprendistato prima dell’esperienza nel Venezia e ora la possibilità di confermarti in cadetteria in una compagine dalla grande storia. La sensazione è che tu sia un calciatore che non lascia nulla al caso sotto l’aspetto della propria crescita. Insomma, non ami passi più lunghi della gamba.
“Assolutamente. Questi passi sono stati importanti nel mio percorso di crescita. Ci sono calciatori che, non appena usciti dalla Primavera, tentano subito di mettersi in gioco in Serie A. Per quanto mi riguarda, parlando con mio padre, la mia famiglia, i miei procuratori e il Torino, è stata elaborata la decisione di puntare ad arrivare nella massima serie, dato che è quello il mio obiettivo, con un percorso di crescita completo. Quest’anno voglio confermarmi in B, mentre nella prossima stagione, come detto poc’anzi, punto a giocare in Serie A, con il Chievo oppure con il Torino, tenendo conto che nel calcio possono aprirsi tante porte, per cui è difficile decifrare lucidamente il futuro”.
A tal proposito, cosa credi possa darti una compagine come il Chievo Verona?
“Far parte di una società come il Chievo e giocare con gente esperta, perché qui ci sono dei campioni, fa enormemente piacere. Ho la possibilità di avere a che fare con compagni di squadra che mi insegnano tanto, questo non può che essere un vantaggio. Il tecnico è bravissimo con noi giovani, cerca di curare ogni dettaglio utile alla nostra crescita. Fare bene qui è una grande chance, dobbiamo essere concentrati e sereni per raggiungere i nostri obiettivi”.
In una Serie B così competitiva, quale potrà essere la vostra arma in più per lottare ai massimi livelli fino alla fine della stagione?
“La Serie B ha sicuramente alzato l’asticella della propria competitività perché tutte le squadre si sono rinforzate. Ogni partita assume le sembianze di una finale, indipendentemente dalla posizione in classifica. Basti pensare cosa ci è successo contro la Juve Stabia. Tralasciando che ci sono grandi responsabilità da parte nostra, i nostri avversari non hanno mollato nella ripresa e sono riusciti a portarla a casa. Pongo nuovamente l’accento su questo concetto: tutte le compagini sono attrezzate. Noi, però, siamo il Chievo e non possiamo sbagliare. Nel nostro gruppo c’è gente che ha avuto esperienze importanti e il messaggio che viene lanciato a noi giovani è che le vittorie arrivano attraverso la fame di conquistare i tre punti in ogni partita. Unione, spirito di sacrificio e compattezza sono quindi elementi fondamentali e funzionali nel perseguimento di un certo tipo di obiettivo”.
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