Spezia, fratelli Ricci: “Giocare insieme è come tornare bambini”
RICCI SPEZIA INSIEME – Federico e Matteo Ricci, dopo un lungo girovagare per tutta Italia, devono allo Spezia e alla forzata quarantena il loro riavvicinamento. “Isolati a La Spezia, lontani dai nostri genitori a Roma, ci dilettiamo a suonare come se fossimo in una band.” L’intervista, concessa a La Gazzetta dello Sport, ha svelato tanti […]
RICCI SPEZIA INSIEME – Federico e Matteo Ricci, dopo un lungo girovagare per tutta Italia, devono allo Spezia e alla forzata quarantena il loro riavvicinamento. “Isolati a La Spezia, lontani dai nostri genitori a Roma, ci dilettiamo a suonare come se fossimo in una band.” L’intervista, concessa a La Gazzetta dello Sport, ha svelato tanti siparietti. “Tutto sommato ce la passiamo bene. Fortunatamente siamo insieme e ciò ci consente di ammortizzare meglio il peso di un’intera giornata in casa. Abbiamo tempo di riposare un po di più, ci alleniamo seguendo quelli che sono i programmi per noi e ci teniamo in contatto con amici e parenti grazie ai social e alle video chiamate. Abbiamo stabilito turni su tutto – ridono – così da non litigare. I social, spesso dannosi perché male utilizzati, hanno assunto adesso una funzione primaria. Noi ci divertiamo molto pubblicando contenuti sulle nostre pagine. Ci ha colpito il video di Martin Erlic che palleggia da seduto – ironizzano – con quei piedi che si ritrova. Le rovesciate in casa le fa Matteo, al contrario di quello che si crede. Prima ci allenavamo correndo allo stadio o al porto, adesso lo facciamo utilizzando un tapis roulant. Fortunatamente disponiamo poi di un terrazzo molto grande che ci consente di affinare anche la tecnica. A casa, come anche in campo, la fantasia non ci manca. Sono in arrivo per noi una chitarra e una tastiera, probabilmente formeremo una band. Abbiamo ripreso a suonare anche in campo. La nostra è una squadra nuova. Abbiamo avuto bisogno di tempo per fare gruppo e per entrare a pieno nelle idee tattiche del mister. La svolta è avvenuta con la vittoria di Pescara, quando eravamo penultimi in classifica. Da lì poi sono arrivate altre vittorie importatissime. Poi Perugia, altra giornata importante. La prima volta in cui abbiamo segnato nella stessa partita grazie a due calci di rigore. E’ stato emozionante. La nostra è una rosa ampia, composta da tanti giocatori di valore. Siamo tutti sul pezzo. Non potremmo mai essere invidiosi l’uno dell’altro, soprattutto tra di noi. I leader sono fondamentali nello spogliatoio, Italiano è uno di questi. E’ sempre pronto a dare consigli e ad aiutare tutti. Giocare insieme, adesso, è un po come tornare bambini e per questo saremo eternamente grati a questa squadra. Al risveglio, il nostro primo pensiero è quello del campo, non vediamo l’ora che si riprendi. Ma al contempo abbiamo preso coscienza del momento. Il caos nelle ultime partite disputate ha prevalso anche sulla razionalità. Ricordo che nell’ultima partita giocate a porta aperte, a La Spezia contro il Pescara, molto tifosi ospiti avevano la febbre. Col senno di poi, ciò ha rappresentato un rischio per tutti. Ci hanno fatto poi disputare la gara a Castellammare a porte chiuse, mentre poche ore prima era slittata Parma-Spal. Giocare, adesso, è sicuramente la priorità. Il calcio però è della gente, sarebbe un peccato dover disputare le partite con gli stadi vuoti. Qualora si dovesse tornare in campo, lo si farà solo se l’emergenza sarà rientrata. Però tra il non giocare e il giocare a porte chiuse, scegliamo ovviamente la prima ipotesi. Qualora la stagione non dovesse concludersi, ci resterebbe un po d’amaro in bocca. Resta il piacere d’aver giocato insieme. La salute è la cosa più importante che abbiamo, bisogna tutelare la nostra e quella di tutti. Il taglio degli stipendi è un ipotesi. Bisognerebbe però ponderare la cosa perché i giocatori non sono tutti uguali. Siamo disposti a tutto, pur di tornare in campo. Niente serate per sei mesi (Matteo) e capelli a zero (Federico). Il 27 maggio poi è il nostro compleanno, il regalo più bello sarebbe quello di tornare in campo – concludono – e di poter poi organizzare una cena con i nostri amici.”