Ascoli, Brosco: “Forse ci si doveva fermare prima. Ecco come sto passando questo periodo”
BROSCO ASCOLI QUARANTENA – Riccardo Brosco, difensore dell’Ascoli, ha parlato ai microfoni ufficiali del club per raccontare come sta passando il periodo di isolamento. Ecco le sue parole. Qual è la giornata tipo di Riccardo Brosco nelle ultime settimane? “Sveglia non troppo presto, colazione, poi preparo il pranzo insieme a Nicole, guardiamo qualche serie TV di […]
BROSCO ASCOLI QUARANTENA – Riccardo Brosco, difensore dell’Ascoli, ha parlato ai microfoni ufficiali del club per raccontare come sta passando il periodo di isolamento. Ecco le sue parole.
Qual è la giornata tipo di Riccardo Brosco nelle ultime settimane?
“Sveglia non troppo presto, colazione, poi preparo il pranzo insieme a Nicole, guardiamo qualche serie TV di Netflix, giochiamo a carte, leggo qualche libro – in questo momento la biografia di Kobe Bean Bryant – nel tardo pomeriggio mi alleno e poi si prepara cena”.
Che allenamenti sta svolgendo?
“I preparatori ci hanno inviato un programma a seconda delle condizioni in cui riusciamo ad allenarci: chi può lavorare solo dentro casa ha più esercizi cardio a differenza di chi ha la possibilità di uscire in giardino. Personalmente faccio due giorni di corsa e uno di forza, in genere inizio alle 17:00 immaginando che, se riprenderemo a giocare, le partite si disputeranno prevalentemente di sera. A Grottammare ho una casa a due piani quindi utilizzo le scale, faccio delle sessioni con corda, elastici, le bottiglie di acqua sono i miei pesi, faccio un po’ di corsetta sotto casa”.
Come è cambiata la sua vita?
“Sono diventato un vero uomo di casa, pulisco, preparo da mangiare, faccio cose che mai avrei pensato di fare, ma questa esperienza mi sta servendo per capire cosa significa stare sempre chiusi in casa
Cosa le manca di più?
“Se parliamo di calcio mi manca molto la routine giornaliera, svegliarmi e andare al campo, staccare il cervello tre ore e poi tornare a casa e rilassarmi. La cosa più brutta è non avere contatti con nessuno, con la famiglia, gli amici, non vedo i miei genitori da due mesi, facciamo le video chiamate, ma non è la stessa cosa. All’inizio dell’emergenza c’è stata un po’ di apprensione per mio padre, che era stato in una spa di Abano Terme e quindi al suo ritorno ha fatto i 15 giorni di quarantena”.
Cosa scrivete in questo periodo nel gruppo whatsapp di squadra?
“Intanto ci sentiamo tutti i giorni, scriviamo cose utili, riguardanti il nostro stato di forma, il lavoro, se e quando riprenderà il campionato; a volte condividiamo anche video simpatici per sdrammatizzare questa situazione”.
Pensa che si riuscirà a terminare il campionato?
“Ritengo che la salute venga prima di tutto e in questo momento stride un po’ parlare di calcio, anche se è sempre stata la passione nazionale ed anche la mia, visto che ne ho fatto un lavoro. La salute ha la precedenza su tutto. Se ci fossero in seguito le condizioni per far proseguire i campionati, penso che giocare ogni tre giorni favorisca le squadre con una rosa più ampia, con calciatori doppi in ogni ruolo; sarà un campionato totalmente diverso. In Cina la vita sta riprendendo pian piano in questi giorni e credo che l’Italia rispetto a loro sia indietro di un mese circa. Vedremo”.
Come e in cosa si sentirà cambiato Brosco ad emergenza finita?
“Sto cogliendo nel profondo le cose più importanti, percepisco con più consapevolezza determinate situazioni e capisco meglio anche la mia ragazza, che sta spesso in casa quando vado ad allenarmi”.
Quando fu rinviata Ascoli-Cremonese si aspettava tutto questo?
“No, assolutamente, all’inizio dell’epidemia molti dicevano che si trattava di un’influenza, ricordo che quel giorno avevamo tutti voglia di giocare. Col senno di poi dico che non si sarebbe dovuto giocare quel giorno e neppure le partite successive. Forse il rinvio di due o tre gare in quella fase ci avrebbe oggi consentito di ricominciare prima. Sono solo mie supposizioni”.
C’è un’immagine che l’ha colpita particolarmente in questo periodo?
“Sì, i mezzi militari in fila per trasportare le bare, immagini molto forti come quelle delle persone intubate”.
Chiudiamo col calcio giocato: qual è la partita che le è rimasta sullo stomaco?
“Quella col Pescara, non l’ho ancora digerita, credo che abbiamo giocato una buona gara. Peccato perché l’ultimo periodo abbiamo avuto tanta sfortuna in certi episodi, mi viene in mente il gol di testa di Provedel, la fotografia di un periodo molto sfortunato”.