Frosinone, Beghetto: “Stiamo in casa ed attendiamo sviluppi. Riprendere a giocare significherebbe che il peggio sia passato”
FROSINONE BEGHETTO – Andrea Beghetto, in esclusiva ai microfoni di TMW, ha raccontato in che modo stia affrontando la difficile emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19. Ecco il punto di vista del centrocampista del Frosinone: “Sto bene e in questo periodo così difficile è già molto. Chiaramente sono sempre dentro casa, ho mia moglie […]
FROSINONE BEGHETTO – Andrea Beghetto, in esclusiva ai microfoni di TMW, ha raccontato in che modo stia affrontando la difficile emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19. Ecco il punto di vista del centrocampista del Frosinone:
“Sto bene e in questo periodo così difficile è già molto. Chiaramente sono sempre dentro casa, ho mia moglie e un bimbo piccolo, oltre a un cagnolino. Quindi anche se non usciamo, siamo impegnati. Mi alzo, faccio l’allenamento quotidiano e dedico il resto del tempo alla famiglia. Ai fornelli? Me la cavo, cucino io a casa (ride, ndr).”
“Sono sempre dentro, dalla finestra non vedo molte macchine. La gente si muove soltanto per necessità estreme. Anche alla luce di quanto sta accadendo al Nord, credo che le persone qui si stiano comportando con tanta responsabilità e senso civico”.
“Allenamento? Ogni giorno ci arriva una tabella diversa di lavoro che dura un’oretta. È molto specifico, lo staff del Frosinone ci sta dando una grande mano. Siamo abituati a lavorare in un certo modo, non è facile riportare quello che si fa nel campo da calcio negli spazi stretti: per esempio io adesso mi alleno nella stanza di mio figlio, in uno spazio molto piccolo”.
“Abbiamo sì un gruppo con i compagni, ogni tanto c’è qualche scherzo che ci fa passare e alleggerire la giornata. Non me ne viene in mente uno in particolare, ma i classici sfottò da spogliatoio riportati in chat ti fanno avvicinare alla squadra”.
“Il mister manda qualche messaggio, ci chiede se ci stiamo allenando e se va tutto bene ma senza entrare troppo nello specifico. Ci lascia vivere tranquillamente un momento così delicato. Rispetto ad altri, ti parla molto più da giocatore che ha appena lasciato che da allenatore navigato. Ti dà quel consiglio che tu recepisci e senti molto vicino”.
“Siamo tutti in attesa, ci alleniamo a casa e aspettiamo. Quasi tutti non vediamo l’ora di tornare a giocare, anche per far tornare a sorridere i tifosi e regalare loro qualche ora di svago. Se si dovesse ricominciare, significherebbe che il peggio è passato e che si potrà tornare a parlare di cose meno importanti, come appunto il calcio”.
“Ora più che mai dobbiamo stare vicino a chi è in difficoltà. Mi viene in mente chi adesso non può lavorare e chiaramente anche i medici, che ci stanno dando tutto quello che hanno. Ognuno di noi deve fare il massimo, rispettando quello che ci viene detto dallo Stato”.