Ascoli, Padoin: “In casa tra allenamento e figli non ci si annoia”
PADOIN ASCOLI ALLENAMENTO – Simone Padoin, trentaseienne jolly dell’Ascoli, racconta la sua astinenza da calcio giocato e la giovinezza ritrovata grazie ai suoi figli. “Attualmente io mi trovo a Grottamare, con mia moglie e i miei figli. Fortunatamente stiamo tutti bene. La preoccupazione però – spiega ai microfoni de Il Corriere dello Sport – è […]
PADOIN ASCOLI ALLENAMENTO – Simone Padoin, trentaseienne jolly dell’Ascoli, racconta la sua astinenza da calcio giocato e la giovinezza ritrovata grazie ai suoi figli. “Attualmente io mi trovo a Grottamare, con mia moglie e i miei figli. Fortunatamente stiamo tutti bene. La preoccupazione però – spiega ai microfoni de Il Corriere dello Sport – è tanta per il resto della nostra famiglia. I miei genitori si trovano a Gemona del Friuli, mio fratello a Udine, i suoceri e due cognati in provincia di Bergamo. Qui da noi la situazione è più tranquilla. Fortunatamente quasi tutti hanno capito la gravità della situazione, le strade sono deserte. Complimenti alle persone del posto. Esco una volta settimana per andare a fare la spesa, stiamo in casa tutto il tempo. Nonostante io non li stia vivendo in prima persona, i racconti che arrivano dal Nord mi stanno segnando molto. Mi parlano di un continuo suono di ambulanze e di chiese che suonano le campane a morto. Ciò deve essere scioccante. Essendo io molto legato ad alcune tra le zone più colpite del nord, ho appreso della scomparsa di tanti conoscenti. Tanti clienti del negozio di mia moglie sono venuti a mancare, situazione opposta invece per le mie conoscenze nel mondo del calcio. Abbiamo affrontato la questione anche con i nostri tre figli. Io e Valentina abbiamo detto loro che nell’aria c’è una “bua” e che per un po’ di tempo dovremo stare in casa. Loro hanno capito la gravità della situazione quando hanno iniziato a vedermi uscire con mascherina e guanti. Cerchiamo di tenerli impegnati quanto più tempo possibile. Con lei si divertono in cucina mentre con me progettano costruzioni ai lego e cacce al tesoro. In questi anni, passo dopo passo, mi sono costruito in casa una vera e propria palestra e cerco di mantenermi in forma così. Mia moglie inoltre studia da personal trainer ed è dunque una mano in più. Il gruppo whatsapp della squadra è un potente mezzo con cui ci teniamo costantemente aggiornati ed è qui che i preparatori ci mandano i programmi d’allenamento. Le video chiamate le utilizzo in particolar modo con i nostri familiari. Mi confronto costantemente con mia moglie riguardo la situazione che stiamo attraversando e, la cosa che maggiormente ci preoccupa è che non sappiamo quanto ancora durerà. Credo che a Pasqua si potranno fare le prime valutazioni. Personalmente non avrei nessun problema a riprendere il campionato a giugno o luglio. Per l’equilibrio di tanti fattori, credo che sia importante terminarli. Noi abbiamo tanta voglia di riprendere, ma siamo tutti fermi nell’idea di ricevere dalla sanità il via libera. Non penso che il calcio tornerà ad essere quello di prima. Gli alti ingaggi di cui abbiamo fin qui sentito parlare sono frutto di un movimento di soldi colossale attorno a questo sport. In questo momento è compito di tutti rinunciare a qualcosa per il bene comune. Sarà importante il sostegno dello Stato – ha poi concluso – perché il calcio dà da mangiare a tante persone oltre che ai calciatori.”