Perugia, Santopadre: “Ritorno in campo solo per una questione economica. Ciò non giustifica i rischi”
Massimiliano Santopadre, presidente del Perugia, ha parlato della situazione che sta vivendo il nostro Paese ed il calcio italiano con l’emergenza Coronavirus. Di seguito le sue dichiarazioni rilasciate al Corriere dello Sport: “Il rischio vero è di fallire, perchè se il blocco delle attività ha sbriciolato i fatturati delle nostre aziende primarie, non ci sarà […]
Massimiliano Santopadre, presidente del Perugia, ha parlato della situazione che sta vivendo il nostro Paese ed il calcio italiano con l’emergenza Coronavirus. Di seguito le sue dichiarazioni rilasciate al Corriere dello Sport:
“Il rischio vero è di fallire, perchè se il blocco delle attività ha sbriciolato i fatturati delle nostre aziende primarie, non ci sarà nessuna possibilità di tenere in piedi il calcio. Si parla di introiti televisivi che verranno meno, ma nella nostra categoria si perdono 70 milioni l’anno che vengono coperti dalla ricapitalizzazione dei presidenti. Con le aziende chiuse è impensabile che si possa iniettare liquidità nei club. Taglio stipendi? La cosa più sbagliata è mettere i presidenti contro le squadre. Mi sono sentito offeso dalle parole di Tommasi visto che dimentica che senza aziende non esistono società di calcio. Uno stipendio medio in Serie B è di 200 mila euro netto (440 lordo) ed in vista di una riduzione si perderebbe dal 15% al 25% del contratto annuale. Credo che la richiesta sia ragionevole e non penso ci sia bisogno di ulteriori trattative”
“E’ necessario tornare a giocare? Ad ogni costo no, se lo faremo sarà per una questione economica. Ma ciò non basta a giustificare i potenziali rischi. Come si fa ad andare a Venezia dopo i casi di Coronavirus emersi? E se ce ne fossero in altri club?”
“Se non si riprenderà a giocare sono convinto che più di qualche squadra non avrà la possibilità di iscriversi alla prossima stagione. I più ricchi avranno più vie di fuga, ma il calcio non è solo di questi”.