Perinetti: “Io credo che il calcio dovrebbe tentare di riprendere perchè diversamente i problemi si sposterebbero”
PERINETTI DICHIARAZIONI – Il Corriere dello Sport ha intervistato diversi addetti ai lavori a quali sono state poste le “classiche” domande di questo periodo. Di seguito le una parte delle parole di Perinetti partendo dalla conclusione della stagione: “Io credo che il calcio dovrebbe tentare di riprendere perchè diversamente i problemi si sposterebbero e non […]
PERINETTI DICHIARAZIONI – Il Corriere dello Sport ha intervistato diversi addetti ai lavori a quali sono state poste le “classiche” domande di questo periodo. Di seguito le una parte delle parole di Perinetti partendo dalla conclusione della stagione: “Io credo che il calcio dovrebbe tentare di riprendere perchè diversamente i problemi si sposterebbero e non si può attendere che arrivi un vaccino per giocare. C’è una situazione straordinaria e serve una risposta straordinaria in un clima di emergenza. Certo il protocollo della A è complicato da rispettare in B e C. Ma, intanto, la A può riprendere per dare un impulso al sistema. Giù ci sono problemi economici che vanno scongiurati provando a concludere la stagione. – continua – L’ipotesi di cristallizzare la classifica e limitare le gare solo dove gli obiettivi sono contendibili, aiuterebbe a evitare il caos. E’ un compromesso che salva il merito sportivo e limita gli eventuali contenziosi che vengono già minacciati.”
Sulle gare al sud: “Ottima idea. E’ una strada percorribile. Poi c’è un’altra questione. C’è un rischio oggettivo di fuga per tanti giocatori. Perchè se altrove si gioca e da noi no, rischiamo che in A tutti vadano altrove, magari con un transfert provvisorio motivato dagli Europei 2021.”
Come limitare l’impatto economico: “Magari con una maggiore mutualità anche della A, perchè diversamente C e D spariranno.”
Sui contratti: “Trasformare il termine perentorio del “30 Giugno” in “fine campionato”. “
Altri rischi: “C’è il il rischio che il calcio diventi virtuale. All’indigenza per la perdita di tanti posti di lavoro, aggiungeremmo la dispersione di tutta un’attività che ha un impatto sociale enorme. La A reggerebbe comunque. Ma in altre categorie non ci sono i Ronaldo. C’è una passione popolare che permea il Paese reale e fa parte del nostro DNA di cui bisogna tener conto. Come ha sottolineato Gravina va considerata tutta l’attività minore di base che è un propellente del nostro movimento. Un calcio elimitario con Super Leghe e l’annullamento definitivo del merito sportivo non serve a nessuno. La bellezza del calcio p che anche i piccoli possono battere i grandi. L’Atalanta che vince in Champions incentiva l’emulazione. Altrimenti vincono solo i budget e la passione popolare muore.”