Juve Stabia, Langella: “Protocollo inattuabile, non è possibile accollarsi una responsabilità simile”
LANGELLA JUVE STABIA – Non lasciano spazio ad alcuna interpretazione le parole di Andrea Langella, presidente della Juve Stabia, raggiunto dai microfoni di gianlucadimarzio.com: “Lo sforzo economico è insostenibile. Dovremmo requisire un albergo e tenerci 50-60 persone a pensione completa. Senza considerare chef, camerieri e il personale della struttura. Ne vale la pena per giocare […]
LANGELLA JUVE STABIA – Non lasciano spazio ad alcuna interpretazione le parole di Andrea Langella, presidente della Juve Stabia, raggiunto dai microfoni di gianlucadimarzio.com: “Lo sforzo economico è insostenibile. Dovremmo requisire un albergo e tenerci 50-60 persone a pensione completa. Senza considerare chef, camerieri e il personale della struttura. Ne vale la pena per giocare 10 partite? Il protocollo è inattuabile. Sia per i costi, sia per l’elevato margine di rischio cui sono ancora esposti i calciatori e il gruppo squadra. Pur con tutte le precauzioni non verrebbero rispettate le misure del distanziamento sociale. E anche mettendo in campo tutti gli strumenti sanitari, tra opere di sanificazione, test sierologici e tamponi ogni 3-4 giorni, non avremmo alcuna garanzia di ripartire.
In caso di positività di un membro del gruppo, la responsabilità penale ricadrebbe sul presidente, sull’amministratore unico e sul medico sociale. È stato infatti concepito come un infortunio sul lavoro. Non è possibile accollarsi una responsabilità simile. Noi vogliamo ripartire, ma alle giuste condizioni. Misure meno drastiche e contributi ai club per le spese da sostenere. Non c’è altra via: ricavi crollati, sponsor fuggiti, incassi azzerati. La rata dei diritti tv incide per il 50% della mutualità. È chiaro che dobbiamo provare a ripartire, ma abbiamo timore anche per l’anno prossimo.
Speriamo che la A riparta, anche per beneficiarne a livello economico. Ma noi non siamo in grado di sostenere le stesse spese. La Serie A è venti volte più grande di noi sotto ogni aspetto. Non possiamo fare passi più lunghi della gamba.
Stop delle aziende (Langella è un importante imprenditore del settore chimico, ndr)? Da lunedì 4 alcuni dipendenti sono tornati al lavoro, ma ho il 60% del personale in cassa integrazione. La speranza è di fare rientrare tutti al 18 maggio. I pagamenti dei calciatori? Nei prossimi giorni avremo un primo incontro. C’è un’apertura ma ci sono ovviamente discussioni da fare. Questo tsunami ha travolto tutto: l’ultima partita l’abbiamo giocata l’8 marzo, poi si è fermato tutto. Parleremo e troveremo una soluzione. Intanto la federazione ha fatto un passo importante: eventuali contenziosi fra club e giocatori per i salari di questi mesi non bloccheranno l’iscrizione al prossimo campionato. In sostanza se un calciatore non dovesse accettare il piano proposto dalle società si aprirà un contenzioso, ma nell’attesa non sarà bloccata l’iscrizione.
Non vedo l’ora di rivedere la nostra gente sugli spalti. So che ci sarà tanto da aspettare. Ma senza l’urlo di una curva, che gusto c’è?“.