Benevento, Salvatori: “Ripartiremo il 18 maggio. Fermando le partite per un contagiato…”
SALVATORI BENEVENTO – Stefano Salvatori, medico sociale del Benevento, ha rilasciato alcune dichiarazioni. Ecco quanto riportato da “Ottopagine.it”: “Se dovessero obbligarci il ritiro ci adegueremo di conseguenza, altrimenti da responsabile sarò io a decidere come muoverci anche per quanto riguarda l’esecuzione degli esami. Ripeto, aspettiamo che esca qualcosa di veritiero. Ci aspettano molte pagine da […]
SALVATORI BENEVENTO – Stefano Salvatori, medico sociale del Benevento, ha rilasciato alcune dichiarazioni. Ecco quanto riportato da “Ottopagine.it”: “Se dovessero obbligarci il ritiro ci adegueremo di conseguenza, altrimenti da responsabile sarò io a decidere come muoverci anche per quanto riguarda l’esecuzione degli esami. Ripeto, aspettiamo che esca qualcosa di veritiero. Ci aspettano molte pagine da studiare e analizzare in poco tempo. Ripartiremo il diciotto maggio. In questi giorni è stata data la possibilità ai calciatori di allenarsi individualmente. E’ stata una scelta singolare, anche perché abbiamo deciso di non aprire gli impianti se non in casi eccezionali come quello di Antei che è alle prese con il recupero dall’infortunio. Dovevamo adempiere a una serie di misure preventive, ma da una parte c’erano le decisioni del Governo e dall’altra quelle della Regione, quindi non ci è sembrato dal punto di vista morale ed etico andare contro una direttiva governativa. Inizieremo a piccoli passi, dividendo il gruppo. Dovremo aspettare ancora prima di lavorare in maniera collettiva. Una decisione del genere equivale a non far ripartire i campionati. Ci aspettano tante gare ravvicinate, se una squadra va in quarantena salterebbe almeno sei partite. Quando verranno recuperate? Se ci chiedono la rapidità degli esami, così come tutta una serie di obblighi che sono giusti come i tamponi ogni quattro giorni, non ha senso stoppare con un solo contagiato. In questo modo si blocca tutto, cosa che nelle fabbriche non avviene nel caso di un positivo tra gli operai. Così il calcio non riprenderà neanche a ottobre, perché la sicurezza massima l’avremo solo grazie al vaccino. Dispiace questa situazione perché siamo pronti a fare tutto. Fortunatamente la percentuale di calciatori affetti è molto bassa, ma dobbiamo pensare che potrebbe succedere che un calciatore possa contrarre il virus in qualche squadra. A queste condizioni, lo ripeto, si bloccherebbe tutto. All’estero hanno preso in considerazione l’immunità di gregge. Qui ormai è un discorso di scelta politica e governativa a tutti i livelli”