ESCLUSIVA PSB – Pochesci: “Gravina ha salvato tre volte il calcio. Bari favorito per la B? Vi dico la mia…”
POCHESCI ESCLUSIVA GRAVINA – Persona, tecnico e personaggio ormai noto all’intero panorama calcistico per l’inconfondibile veracità e per la spregiudicata impronta tattica data alla Ternana nella stagione di Serie B 2017/2018, Sandro Pochesci è stato intervistato in esclusiva dal nostro portale. Tanti i temi toccati, sia sul piano personale che su quello globale: snodo cruciale la […]
POCHESCI ESCLUSIVA GRAVINA – Persona, tecnico e personaggio ormai noto all’intero panorama calcistico per l’inconfondibile veracità e per la spregiudicata impronta tattica data alla Ternana nella stagione di Serie B 2017/2018, Sandro Pochesci è stato intervistato in esclusiva dal nostro portale. Tanti i temi toccati, sia sul piano personale che su quello globale: snodo cruciale la pandemia e tutto ciò che ha comportato e comporterà per chi ha come habitat il mondo del pallone.
Salve mister, è un grande piacere riaverla ai nostri microfoni. Considerando l’esperienza che ha vissuto a Bisceglie a cui poi è succeduta l’emergenza Covid-19 è quasi obbligatorio cominciare la chiacchierata chiedendole come sta e in quale maniera gli eventi degli ultimi mesi hanno inciso sulla sua vita.
“Anche dalle esperienze professionalmente negative, come quella in terra pugliese, c’è tanto che si può apprendere. Ho aperto gli occhi sul mondo che ci circonda e ho capito che non ci si deve fidare eccessivamente. Il Coronavirus credo abbia cambiato tutti, abbiamo vissuto qualcosa di irreale che ha obbligato tutti noi a riscoprire le nostre case. Per me che non ci stavo neppure da bambino è stato straniante, ma certamente abbiamo conosciuto più noi stessi, letto più libri e scoperto più in profondità tutto quello che avevamo attorno. Oggi affrontiamo la vita con una prudenza che non credevamo ci appartenesse, ci stiamo abituando a nuovi stili di vita ma dobbiamo ripartire per riabituarci a tutto quanto. Da tempo sapevamo soltanto correre, adesso ci troviamo in una dimensione diversa in cui è emersa l’importanza di tante piccole cose.”
Per la gioia di quasi tutti i calciofili (non si può dire che il sentimento di molti tifosi sia il medesimo) il pallone in Italia sta per tornare a rotolare sul prato verde. Ritiene sia stata presa la scelta corretta? Che idea si è fatto dello sport che per un po’ saremo costretti a osservare? Quali variazioni previste dal protocollo avranno un impatto maggiore per tecnici e dei calciatori?
“Dico che sarebbe stato possibile far entrare allo stadio anche il pubblico, sono molti gli impianti che non si riempiono mai e dare un premio agli abbonati sarebbe stato corretto. Non escludo però che prima del termine della stagione ciò sarà possibile. Io penso ci siano le condizioni per ricominciare, nonostante a marzo nella fase più acuta dell’emergenza avessi sostenuto il contrario bisogna prendere atto che in quasi tutta Italia la situazione è radicalmente cambiata in meglio. Ciò che vedremo in campo sarà poco spontaneo, forzatamente composto. In uno sport di contatto battibecchi, proposte, spintoni in area sono parte integrante del gioco così come abbracci di gruppo e strette di mano a volte risultano fondamentali per infondere fiducia prima o durante una gara. Sarà assurdo vedere esultanze calcolate, soprattutto in momenti caldissimi della partita e del campionato, ma è qualcosa con cui per un periodo dovremo convivere. Per i tecnici che, come me, in campo si fanno sentire molto le porte chiuse saranno un problema maggiore. Saremo obbligati a contenerci, anche nel dare indicazioni che potrebbero molto più facilmente esser comprese e neutralizzate dagli avversari. Chi è più calmo e riflessivo sarà certamente avvantaggiato.”
Se si eccettua dal discorso il Benevento che attende solo l’aritmetica per festeggiare la A e il Livorno che necessiterebbe di un miracolo per centrare la salvezza, la Serie B riparte con tantissime squadre in lotta per i rispettivi obiettivi. Quali sono le formazioni che dalla sosta anomala potrebbero trarre più vantaggi e quali invece corrono i rischi maggiori?
“Quando ci siamo fermati c’erano squadre che crescevano a vista d’occhio come l’Empoli rivitalizzato da Marino, il Crotone e lo Spezia e altre in grossa difficoltà come Pescara, Perugia, Cosenza e Venezia o addirittura in caduta libera come l’Ascoli. Sarà interessante capire chi invertirà e chi confermerà il trend. Al vertice mi aspetto molto da squadre rapide e tecniche come Spezia ed Empoli, le quali hanno la possibilità di raggiungere prima la condizione e fare un filotto importante rilanciando le proprie ambizioni di promozione. In fondo alla graduatoria credo che Bisoli darà alla Cremonese la quadratura necessaria per restare a galla, mentre temo per l’Ascoli. La società marchigiana ha affidato la panchina a un giovane proveniente dalla Primavera come Abascal e non gli ha affiancato neanche un ds al posto di Tesoro, se perdesse la gara di recupero proprio contro i grigiorossi potrebbe accusare il colpo e avvertire un certo isolamento: la situazione si complicherebbe ulteriormente.”
Il prolungamento del termine della stagione unito alla crisi economica provocata dalla pandemia pone all’ordine del giorno la questione dei contratti in scadenza e quella della riduzione degli stipendi. Cosa dobbiamo aspettarci su entrambi i fronti in queste settimane?
“Sono convinto che i contratti in scadenza saranno prorogati fino a fine campionato, ma penso che bisognasse muoversi prima per evitare possibili incrinature nel rapporto tra chi giocherà avendo già firmato per un altro club e le società. Non c’è stata l’unità d’intenti necessaria per fare sintesi. Per quanto riguarda gli stipendi sono molto preoccupato per i calciatori di Serie C che percepiscono emolumenti da operai e non sono pagati ormai da mesi: per limitare questo tipo di disagi si sarebbe dovuto fare decisamente di più. Se pensiamo alla situazione di Siena e Catania, in netto ritardo col pagamento degli stipendi e partecipanti ai play-off, delle perplessità ulteriori sorgono. Le società hanno avuto molti più aiuti dei tesserati, dovrebbe essere un fatto di buon senso aiutare chi è maggiormente in difficoltà.”
Approva la decisione presa riguardo questi play-off?
“Penso che in Italia si giochi spesso a fare i furbi. Quando Ghirelli voleva lo stop i costi del protocollo sembravano inaccessibili per tutti, ora non c’è una sola squadra impegnata coi play-out che li abbia disertati. Per questo motivo dico che si sarebbe potuto anche terminare la competizione, che ad esempio nel girone del Vicenza non era chiusa in maniera tanto irreversibile. Un plauso per questo compromesso intermedio va però fatto a Gravina, che ha salvato il calcio tre volte in tre mesi: ribaltando la decisione della Lega Pro, opponendosi allo stop ai campionati del Governo che pareva imminente e che in Francia porterà danni e cause in tribunale e rigettando il blocco delle retrocessioni e delle promozioni richiesto dalla Lega A, inammissibile soprattutto se si pensa alla situazione del Benevento. Ciò è stato possibile grazie alla LND di Sibilia e alla consueta coerenza dimostrata da Balata, il quale da anni si dimostra capace di compiere scelte opportune e coraggiose.”
Una corazzata come il Bari affronta necessariamente gli spareggi coi favori del pronostico, ma quali ostacoli potranno frapporsi tra gli uomini di Vivarini e l’obiettivo?
“Io invece così favorito non lo vedo, in partite secche sono tante le variabili che possono incidere anche più della cifra tecnica e gli ultimi anni hanno dimostrato proprio l’imprevedibilità estrema che la formula genera. Se la Reggiana si conferma quella che è stata per tutto il corso della stagione e anche il Carpi riprende dal punto in cui si è fermato, credo che le tre squadre possano partire quasi alla pari. Le pressioni, per di più, sono tutte a carico dei pugliesi. Occhio anche alla Ternana, che ha una rosa all’altezza.”
Se abbiamo compreso cosa ci riserva il calcio nell’immediato, più difficile risulta immaginare la direzione che prenderà in futuro. Crede che la diretta conseguenza degli ultimi mesi sarà una riforma strutturale del sistema o valuta come possibile una semplice restaurazione di quello esistente?
“Il presidente Gravina deve calciare il rigore decisivo dopo aver giocato un’eccellente partita. Molti pensano a riforme che riguardano la riduzione del numero di club nei campionati professionistici, io sono invece del parere che alla Serie C e alla Serie D servano più fondi. O si attua una politica di defiscalizzazione per aiutare le società più piccole o seguendo le orme della Premier League è ora che le squadre di Serie A stanzino una cifra da destinare a fondo perduto alle leghe minori. Per far crescere l’intero movimento urgono strutture nuove, degne del calcio di oggi. Quando ero alla Casertana ogni giorno andavamo in trasferta per allenarci, spesso su campi diversi: ciò è allucinante. I giovani non si aiutano a emergere obbligando le proprietà a metterli in campo, ma spalleggiando queste ultime nella costruzione di centri necessari per allevarli in casa.”
Chiudendo nella stessa maniera in cui abbiamo aperto, ma restando connesso alla precedente domanda, le pongo un quesito personale. Cosa si aspetta nel proprio futuro lavorativo? Quali stimoli cerca per mettersi nuovamente in gioco?
“Desidero soltanto una cosa, che non mi accade dai tempi di Terni: cominciare una stagione avendo già firmato per un club. Voglio allenare una squadra da me costruita, quello che cerco è un progetto da elaborare in prima persona.”
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