ESCLUSIVA PSB – Juve Stabia, Di Gennaro: “Rapporto diretto con Caserta. Qui sto bene”
DI GENNARO JUVE STABIA – Classe, efficacia e tanta perseveranza. Con questi ingredienti Davide Di Gennaro ha superato ostacoli e percorso strade tortuose che hanno caratterizzato una carriera in cui bagliori di luce generati da giocate di sublime eleganza non sono mancati. In un certo senso questa è la peculiarità dei calciatori chiamati a emozionare: […]
DI GENNARO JUVE STABIA – Classe, efficacia e tanta perseveranza. Con questi ingredienti Davide Di Gennaro ha superato ostacoli e percorso strade tortuose che hanno caratterizzato una carriera in cui bagliori di luce generati da giocate di sublime eleganza non sono mancati. In un certo senso questa è la peculiarità dei calciatori chiamati a emozionare: dosare il proprio talento per moltiplicare la voglia di essere presenti quando la desiderata stoccata irradia il rettangolo verde. Attualmente in forza alla Juve Stabia, il brillante centrocampista classe ’88 è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni.
Davide, la Serie B è pronta a tornare in campo. Come state vivendo, in casa Juve Stabia, questa marcia di avvicinamento verso il nuovo inizio?
“Ci stiamo preparando al meglio. La società ha messo a nostra disposizione sia la struttura che il personale, ovviamente nel rispetto delle misure imposte. Gli allenamenti a pieno regime vanno avanti da circa un mese, la sosta di tre mesi ha comportato che le prime due-tre settimane siano state molto impegnative sotto tutti i punti di vista, adesso siamo pronti a ripartire nonostante le difficoltà che attanagliano tutte le squadre”.
Una delle più grandi incognite è sicuramente quella relativa alla gestione fisica e mentale di tanti appuntamenti riavvicinati, in quanto sarete chiamati, assieme a staff e allenatore, a dosare il vostro dispendio di energie in una maniera sicuramente differente rispetto alle vostre abitudini. I discorsi tra compagni di spogliatoio sono sacri ed è legittimo trattarli come tali, ma quali sono le sensazioni del gruppo in merito a quanto appena esposto?
“Partiamo dal presupposto che in Serie B i calendari sono sempre fitti, dunque è importante avere una rosa ampia per poter sfruttare energie fresche. Sotto questo punto di vista, il nostro è un organico con un buon numero di calciatori, quindi dovrà essere bravo l’allenatore a gestire le scelte in base ai diversi momenti e alle tante partite che giocheremo. Le cinque sostituzioni e il calendario ricco di impegni richiederà il coinvolgimento di tutti noi, ergo questa è una cosa positiva”.
Dato che il ritmo atletico andrà regolato e centellinato quanto più sapientemente possibile, l’apporto dei calciatori che danno del tu al pallone potrà costituire un’arma potenzialmente letale per generare situazioni di pericolosità. Dato che Davide Di Gennaro è sinonimo di tecnica, senti di poter ricoprire un ruolo da protagonista nel tour de force oramai prossimo?
“I calciatori di qualità possono dare sempre una mano, a prescindere da qualsiasi fattispecie. Sarà una situazione sicuramente anomala, perché giocare a luglio e agosto è diverso ed è atipico rispetto alle nostre abitudini, dato che in questa fase dell’anno di solito siamo impegnati con la preparazione. Ora, invece, dovremo scendere in campo per le ultime dieci giornate di campionato, in cui tutti sono chiamati a raggiungere i rispettivi obiettivi. A mio avviso, dunque, sarà più importante l’approccio mentale, perché dopo aver staccato per due-tre mesi, in cui nessuno pensava che saremmo tornati in campo, focalizzarsi nuovamente sul proprio obiettivo è la cosa più rilevante. Da questo punto di vista abbiamo la fortuna di essere guidati da un allenatore che è un martello e che ci allena e sprona notevolmente. Dovremo cercare di tramutare in pratica gli allenamenti di questo periodo. Spero di poter dare una mano alla squadra grazie alle mie caratteristiche tecniche e all’esperienza maturata in questi anni”.
Che rapporto hai instaurato in questi mesi con mister Fabio Caserta?
“Molto diretto. Siamo due persone che non si nascondono, quando c’era qualcosa da discutere l’abbiamo fatto e, allo stesso modo, quando bisognava remare tutti insieme non ci siamo tirati indietro. Come tutti i calciatori con un minutaggio ridotto, speravo di giocare di più ed essere più incisivo per la squadra che, fino a quanto momento, ha comunque disputato un campionato importante, dunque mi sono rimesso alle decisioni del tecnico”.
L’espressione di evidente superiorità tecnica è rappresentata dalla tura rete all’ultimo minuto nella difficile trasferta di Pisa. Il calcio è uno sport dove la capacità di pensare va implementata in poche frazioni di secondo, ma un gol del genere è elaborato nella mente prima dell’esecuzione? Oppure ci si affida al proprio bagaglio tecnico nella speranza che l’esito sia quello sperato? Tentativo di risposta: dato il tuo movimento, la sensazione è che tu volessi metterla proprio lì.
“Sono frazioni di secondo in cui bisogna condensare un mix di cose: istinto, percezione di quella che potrebbe essere la scelta più giusta e il proprio bagaglio tecnico. Per fortuna è arrivato un gol che ci ha permesso di agguantare il pareggio in uno scontro diretto. Mi auguro che in questo finale di stagione possano esserci altri momenti simili, così da aiutare la squadra a raggiungere il nostro obiettivo, ovvero la salvezza”.
L’esultanza fu emblematica: corsa verso il settore ospiti, dove festeggiavano i vostri tifosi, e gesto per indicare la tua presenza in quel preciso istante. Un perfetto misto di garra e razionalità.
“Quello era il periodo del mercato, c’erano tante voci sul sottoscritto. Venivo da due mesi complicati, dove tra qualche acciacco e alcune scelte del mister il mio destino sembrava essere altrove, nonostante la scelta fatta a giugno fosse di quelle importanti. Non avevo preso troppo seriamente l’idea di andare via, perché qui sto bene, non avevo intenzione di cambiare aria. Quel gol è stato il modo di mostrare la mia volontà: non volevo che l’avventura con la Juve Stabia finisse anzitempo. Segnare è sempre bello, a prescindere dal momento, ma in quella situazione poteva simboleggiare l’inizio di un nuovo periodo per me a Castellammare”.
Nel corso della tua carriera hai avuto modo di occupare diverse posizioni in campo, acquisendo notevole duttilità che ti hanno permesso di assimilare i vari concetti richiesti. Arrivato a questo punto del tuo percorso, che rapporto hai con il calcio come manifestazione di complessità che richiede notevoli capacità di lettura, interpretazione e continua ridiscussione delle proprie convinzioni?
“Ho cambiato tantissime squadre, fortunatamente sempre tra A e B, e ho avuto modo di apprendere da diversi allenatori, che mi hanno schierato spesso in parti differenti del campo. Questo ha generato costantemente maggiore curiosità nei confronti del lavoro da fare e, soprattutto grazie alla maturità, man mano si comincia ad analizzare con un occhio più critico ciò che si fa, mentre nei primi anni di carriera ci si limita a eseguire. A questo punto del mio percorso sono maggiormente riflessivo sia con me stesso che in relazione a ciò che mi viene proposto. Osservo molto di più e cerco di metabolizzare in maniera più profonda le indicazioni che mi vengono date. Negli ultimi anni tra Simone Inzaghi, Marino e lo stesso Caserta, che ha delle idee delineate e per certi versi innovative, ho beneficiato della possibilità di apprendere e recepire concetti su cui in passato la pensavo diversamente. Tutto ciò arricchisce un bagaglio che in futuro potrà servirmi per allenare o, più semplicemente, per guardare una partita dal divano di casa e capirne le varie sfaccettature”.