Foscarini: “Cittadella? Scoramento più psicologico che fisico”
FOSCARINI CITTADELLA LIVORNO – Foscarini, ex tecnico di Cittadella e Livorno, è intervenuto a TMW Radio, nella trasmissione “Stadio Aperto”, dove ha parlato della situazione in casa granata e del periodo in amaranto. Ecco le sue parole: Cosa vi manca per la Serie A che inseguite da anni? “Con i dirigenti e il direttore è […]
FOSCARINI CITTADELLA LIVORNO – Foscarini, ex tecnico di Cittadella e Livorno, è intervenuto a TMW Radio, nella trasmissione “Stadio Aperto”, dove ha parlato della situazione in casa granata e del periodo in amaranto. Ecco le sue parole:
Cosa vi manca per la Serie A che inseguite da anni? “Con i dirigenti e il direttore è rimasto un rapporto d’amicizia, e pensavo che mancasse sempre qualcosina. Lo scorso anno il playoff col Verona è svanito per un soffio: pensavo che ci sarebbe stato un passo avanti, e queste tre ultime sconfitte mi hanno sorpreso, anche perché il Cittadella era ripartito bene. Penso abbia inciso tantissimo il ko di Pisa, poi col Crotone si sono smarriti e ieri a Salerno in pratica è stato come una sconfitta che tira l’altra. Lo scoramento secondo me è più psicologico che fisico. Conoscendo l’ambiente però credo che li vedremo lottare fino alla fine”.
Chi il più talentuoso che ha allenato al Cittadella? “Tanti. Forse mi vengono in mente i due giovani Baselli e Gabbiadini, arrivati qui giovanissimi tra i 19 e i 20 anni. Non erano i più talentuosi di tutti a livello tecnico, ma tra i più completi mai avuti”.
Livorno? “Mi han fatto i complimenti, perché sono rimasto in sella alla squadra per un anno intero nonostante qualche periodo burrascoso in cui sembrava esserci aria di cambiamenti. Poi però ci siamo ripresi, e la mia fortuna è che magari il presidente a Livorno veniva poco: eravamo più noi ad andare a trovarlo a Genova e a raccontargli le varie situazioni. Livorno è una piazza che mi è rimasta nel cuore, perché avevamo ricostruito qualcosa di buono dopo le due retrocessioni nei tre anni precedenti al mio. Quando si passa subito dalla A alla C, chi subentra ha un compito difficile, deve lavorare tanto a livello psicologico su chi è rimasto”.