Guarascio, il paradosso del presidente della discordia
A cura di Mario Russo – È uno strano destino quello di Eugenio Guarascio, divenuto presidente della Nuova Cosenza Calcio nel 2011, dopo l’ennesima esclusione dai campionati del Cosenza Calcio 1914 per complicate vicende societarie. Sotto la stella di Guarascio, da quasi un decennio ormai, la città bruzia e il suo universo pallonaro sembrano aver […]
A cura di Mario Russo – È uno strano destino quello di Eugenio Guarascio, divenuto presidente della Nuova Cosenza Calcio nel 2011, dopo l’ennesima esclusione dai campionati del Cosenza Calcio 1914 per complicate vicende societarie.
Sotto la stella di Guarascio, da quasi un decennio ormai, la città bruzia e il suo universo pallonaro sembrano aver finalmente trovato pace e stabilità, dopo un inizio di millennio complicato e sfortunato.
Un fatto che viene universalmente riconosciuto a Guarascio, anche da quella consistente parte del tifo che ha ormai rotto con il patron rossoblu.
Se da una parte brilla la gestione amministrativa e contabile impeccabile, una novità di non poco conto per la piazza cosentina dell’ultimo ventennio, il tifo non sembra digerire l’assenza di programmazione e di entusiasmo da parte del sodalizio alla guida della società.
Un’immagine della contestazione portata avanti ad oltranza ormai da diversi mesi dal popolo del San Vito – Marulla fu il ritiro precampionato in cui Braglia lamentò, ad esempio, di aver iniziato i lavori con un numero di calciatori insufficiente addirittura ad organizzare una partitella in allenamento (calciatori della primavera aggregati, ndr).
Non aiutarono nemmeno le parole proferite a novembre durante la campagna elettorale di Guarascio a Sindaco della città di Lamezia, quando disse che per lui il Cosenza era solo un hobby.
Parole, fatti, modi di fare che hanno ferito e lasciato il segno in una delle piazze più calde e popolose del campionato cadetto.
Una tifoseria che si nutre della passione di un’intera provincia e – lo si è visto in trasferta – anche dei tanti cosentini emigrati nel resto d’Italia, che da mesi ormai sembra aver fatto tramontare un amore in verità mai sbocciato completamente con quello che, paradossalmente, rimane sulla carta il Presidente più vincente della storia del Cosenza, con la prima Coppa Italia Lega Pro conquistata da una calabrese, la promozione in B e le due salvezze.
Che si tratti di galoppate memorabili o di vittorie da “corto muso” ippico di allegriana memoria, nei palmares rimarranno scolpiti questi successivi sportivi.
Adesso, con l’insolito rapido approssimarsi del nuovo campionato, i problemi della gestione Guarascio potrebbero diventare fatali se non affrontati con certosina tempestività.
Visti i tempi rapidi per le formalità relative all’iscrizione e agli inizi del campionato, sembra sfumare l’ipotesi di una cessione, ampiamente paventata prima dell’insperata salvezza conquistata, e diventa necessario programmare immediatamente il prossimo campionato.
L’unica certezza sembra essere quella di Roberto Occhiuzzi: il “principe” di Cosenza divenuto re alla fine di una missione veramente impossibile.
Per il resto, al momento si annotano solo le dichiarazioni infuocate del patron dei Lupi, intenzionato a riuscire nell’impresa (ardua, ndr) di trattenere sia Riviere che Asencio.
Altro aspetto cruciale è quello relativo al Direttore Sportivo. Ad insidiare la conferma giunta inizialmente dal Presidente e l’altro anno di contratto che lega Trinchera al Cosenza, ci sono le sirene del Lecce.
Dopo il ritorno di Pantaleo Corvino in Salento come supervisore dell’area sportiva, si rincorrono le voci di un ritorno a casa per Trinchera.
La voce acquista credibilità alla luce dei fitti rapporti tra Corvino e il DS silano, che hanno portato alla conclusione di molte operazioni sull’asse Cosenza – Firenze negli ultimi anni (tra i tanti, vedi Jaime Baez).
Saranno cruciali le prossime ore, dopo le ultime trascorse tra vari summit alla presenza di Guarascio e Trinchera.
L’esperienza di Trinchera in Calabria non può che essere positiva, al netto di quanto speso in questi anni per allestire squadre che spesso hanno stupito, e la sua presenza per un’altra stagione sarebbe certamente rassicurante per l’ambiente.
Al contrario, un addio prematuro sarebbe una falsa partenza per il nuovo anno oltre che una doccia fredda.
Saranno dunque ore molto calde per continuare la paradossale storia, tra successi e discordie, del presidente certamente più vincente e forse più contestato della storia del Cosenza.