18 Agosto 2020

ESCLUSIVA PSB – Breda: “Livorno, c’era bisogno di cambiare qualcosa. Persa un’opportunità”

ROBERTO BREDA LIVORNO – Le basi messe con il Livorno erano importanti. Il percorso di Roberto Breda con gli amaranto sembrava poter regalare ulteriori soddisfazioni dopo quanto di buono fatto nell’annata 2018/2019, poi qualcosa è andato storto. Incomprensioni, mancanza di risultati, un vortice di negatività che non ha lasciato scampo né al tecnico (sempre in […]

ROBERTO BREDA LIVORNO – Le basi messe con il Livorno erano importanti. Il percorso di Roberto Breda con gli amaranto sembrava poter regalare ulteriori soddisfazioni dopo quanto di buono fatto nell’annata 2018/2019, poi qualcosa è andato storto. Incomprensioni, mancanza di risultati, un vortice di negatività che non ha lasciato scampo né al tecnico (sempre in prima linea quando era il momento di analizzare e spiegare cosa non avesse funzionato) né al club, poi retrocesso dopo diversi avvicendamenti in panchina. Ed è proprio con Breda, intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, che abbiamo analizzato la situazione.

Mister, il suo percorso a Livorno è stato spesso analizzato con superficialità. Quello da lei creato nella stagione 2018/2019 è stato un vero capolavoro, dato che la squadra aveva tecnica, consapevolezza e identità. C’è, però, un prima e un dopo, dato che nell’annata da poco conclusasi anche lei ha patito le enormi difficoltà degli amaranto. Cos’è successo nell’estate a cavallo tra i due campionati? La sensazione è che lei cercasse un cambiamento nella struttura complessiva della squadra che non è arrivato.

“L’analisi è questa. Dopo la stagione 18/19, dove forse siamo andati anche oltre le nostre possibilità, c’era bisogno di cambiare qualcosa. Il percorso non andava abbandonato, ovviamente, ma il gruppo avrebbe dovuto essere parzialmente diverso. Non è andata così, purtroppo abbiamo rovinato l’entusiasmo creato con delle scelte che in quel momento sembravano impopolari ma che avevano il fine di cercare nuove strade. Non ci siamo riusciti ed è stato un grande peccato, perché la base era buona ma andava fatto un tipo di ragionamento differente”.

Qual era il Livorno che Roberto Breda immaginava di poter allenare in questa stagione?

“Non mi piace molto l’idea di rivangare nel passato, perché ci sono delle dinamiche molto particolari e, così facendo, potrei dare l’impressione di voler scaricare le colpe sulla società, mentre credo che tutti abbiamo commesso degli errori. È andata così, abbiamo perso un’opportunità”.

La squadra, per atteggiamento e dichiarazioni, ha dato l’impressione di credere in lei. Come si affrontano momenti così complicati all’interno di un gruppo?

“Faccio molta fede a quello che è stato il mio percorso da calciatore e a ciò che mi sarebbe piaciuto ricevere da un tecnico. Tante volte capitano momenti di difficoltà nel corso di una stagione, anche con gruppi forti e, secondo me, l’allenatore è sempre colui deputato a trovare le risposte. Non si può dire: “Ragazzi, adesso tocca a voi, dovete tirare fuori la personalità e risolvere il problema”. No, devi essere tu a dare le risposte. Ho sempre cercato di comportarmi così, alle volte è andata bene, altre meno, ma costantemente con l’obiettivo di cercare soluzioni concrete per migliorare. Bisogna premere su aspetti tangibili e non su parole astratte come impegno, attaccamento e personalità. Analizzare gli errori vuol dire dare ai ragazzi la possibilità di lavorare su qualcosa di concreto, altrimenti il momento prende il sopravvento. Le iniziative non sempre risultano efficaci, ma il mantra del lavoro non deve mai mancare. Faccio un esempio dell’anno scorso: c’è stato un momento della stagione a mio avviso molto importante, ovvero quello delle tre partite contro Cosenza, Salernitana e Chievo Verona, dove avremmo meritato nove punti ma ne portammo a casa solo uno. Il Cosenza trovò il pareggio con l’unico tiro in porta al 95’, il Chievo rimontò il nostro iniziale vantaggio per 3-1 e anche contro la Salernitana disputammo un grande match. Probabilmente è stato quella la fase cruciale della stagione, purtroppo nell’accezione negativa dell’espressione. Potevamo ripartire ma ripiombammo nelle difficoltà. Successivamente abbiamo provato a cercare soluzioni, ma non è facile avere risposte immediate. Ritengo che il nostro percorso non sia stato completamente negativo, purtroppo non sono arrivati i risultati”.

Per impegni e stile era impossibile farlo, ma lei avrebbe ragionevolmente voluto dare spiegazioni alla piazza su quanto successo in questa stagione. Vuole mandare in questa sede un messaggio ai tifosi?

“Livorno è una piazza importante. Ho fatto delle scelte impopolari, una su tutte quella di non riconfermare Diamanti, decisione che mi ha creato grossi problemi, però tutto ciò con il bene per il club al primo posto. L’epilogo non è stato quello sperato ma ci ho sempre messo la faccia, anche in casi dove spettava a qualcun altro, probabilmente è stato questo il mio grande errore. Col senno di poi avrei fatto delle scelte diverse ma, ripeto, ho provato con tutto me stesso a fare il bene di questa squadra”.

Uno sguardo al futuro: quando la rivedremo in panchina?

“La scelta di dare le dimissioni è stata fatta proprio per essere libero, perché non c’erano i presupposti per andare avanti. È un anno molto particolare tra COVID-19 e campionati che ancora devono terminare. Bisognerà essere bravi a capire come si svilupperà il tutto, perché ci saranno ritiri strani, anomali sia per durata che per tipo di lavoro. Sarà dunque opportuno farsi trovare pronti e sperare che arrivi la chiamata giusta”.

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