Fabio Caserta: “Juve Stabia? Il dispiacere è grosso, chiudere così fa male. Perugia? Tutto vero”
CASERTA JUVE STABIA – Fabio Caserta, ormai ex tecnico della Juve Stabia, ha parlato ai microfoni di TMW, della stagione delle Vespe conclusasi con un’amara retrocessione, difficilmente auspicabile prima del lockdown. Ecco le sue parole: “Le voci che mi volevano al Palermo mi hanno dato fastidio, ma il tempo è galantuomo e la verità viene […]
CASERTA JUVE STABIA – Fabio Caserta, ormai ex tecnico della Juve Stabia, ha parlato ai microfoni di TMW, della stagione delle Vespe conclusasi con un’amara retrocessione, difficilmente auspicabile prima del lockdown. Ecco le sue parole:
“Le voci che mi volevano al Palermo mi hanno dato fastidio, ma il tempo è galantuomo e la verità viene sempre a galla. Non avrei mai preso accordi con un’altra società a campionato in corso, soprattutto per rispetto verso la società e la tifoseria. Retrocessione? Sicuramente il dispiacere è grosso, specialmente nei confronti di una tifoseria che ci ha sempre sostenuto. Nessuno si sarebbe aspettato un epilogo del genere, ma nel calcio sono cose all’ordine del giorno. Ci può stare che un percorso lavorativo finisca, ma chiudere un ciclo con la retrocessione in C fa male e anche tanto. Sottolineo, però, che il mio amore per la Juve Stabia non finirà mai e resterò il primo tifoso di questa squadra. Ho scelto di vivere qui, con la gente ho un rapporto straordinario. I rapporti “calcistici” contano fino a un certo punto, quelli umani durano per sempre e vanno oltre le dinamiche del rettangolo verde. Sono legatissimo alle vespe e auguro alla gente tutto il bene possibile. Sapevo bene che potesse essere un rischio restare, anche perché qualche offerta non mancava (su tutte il Frosinone, ndr). Però ora non ha senso rivangare il passato, mi sono sentito pronto anche in virtù del forte legame che c’era e che c’è ancora con la città. Era un pericolo da mettere in preventivo, eppure fino ad un certo punto le cose stavano andando nel migliore dei modi. Sulla società. Ho detto a chi di dovere che era veramente triste chiudere un’avventura così bella in questo modo. Hanno fatto altre scelte ed è assolutamente nel loro diritto voltare pagina dopo la retrocessione in serie C. Sarà un campionato molto difficile, specialmente il girone C è una sorta di B2”.
Italiano? “E’ una riflessione a 360°. Dopo il lockdown si è ribaltato tutto quello che stava accadendo fino a marzo. Squadre che sembravano in difficoltà sono ripartite alla grande, basti pensare a Cosenza e Trapani che hanno macinato punti e vittorie. Viceversa il Frosinone ha attraversato settimane complicate. Evidentemente lo Spezia è stato più bravo di altre nella gestione di quel mese e mezzo completamente anomalo per tutti. Noi abbiamo evidentemente commesso degli errori, ma non si era mai verificata una situazione del genere ed era una incognita assoluta”.
Tanti club su di lei. “L’apprezzamento degli addetti ai lavori fa piacere. Le persone che masticano calcio sanno bene che l’operato di un professionista non può essere giudicato in base ad un mese e mezzo ricco di difficoltà. Se ci soffermiamo sul campionato post lockdown potremmo dire semplicisticamente che tutti abbiamo fatto malissimo: società, allenatore e calciatore. Se invece vogliamo parlare di calcio e fare un discorso più ampio rimarcherei che, negli anni, è stato un lavoro importantissimo coinciso con un campionato stravinto e con la valorizzazione di giovani come Calò che, ora, potrebbero giocare in A e in una squadra importante come il Genoa. Prima della sosta forzata mi sembra fossimo addirittura accreditati come sorpresa per i playoff. Un giudizio non può limitarsi all’ultimo bimestre”.
Perugia? “Tutto vero. Vedremo come andrà a finire”.