Fedele al Calcio – Pisa, credere o cambiare? Troppi interrogativi dopo una sola stagione
Tanti, troppi dubbi
C’era una piacevole ventata di freschezza e curiosità attorno al Pisa 2023/2024. Un nuovo direttore sportivo, un allenatore con eccellenti referenze per il lavoro fatto con la Primavera della Fiorentina, e tanti giocatori di talento (in particolar modo dal centrocampo in su) che, inseriti in un modello di gioco dalle intenzioni propositive, stuzzicavano il palato di chi, nel calcio, cerca soddisfazione umana oltre che la costante – e a tratti monotona – proliferazione di pareri circa il raggiungimento dei tanto chiacchierati obiettivi sportivi.
Alberto Aquilani, terminata l’annata, ha camminato sul filo tra la concretizzazione dei desideri e degli scricchiolii tanto tattici quanto attitudinali, in quella che è stata una continua alternanza tra le luci delle idee (seconda squadra – fonte fbref.com – per percentuale di possesso palla e percentuale di precisione dei passaggi, dietro in entrambi i casi al Catanzaro; terza per contrasti nella trequarti offensiva) e le ombre delle fragilità (nona per tiri in porta, terza per espulsioni patite, dodicesima per expected goals).
Quando si sono dimostrati in grado di liberare il talento dei propri elementi più qualitativi, come Arena, Valoti, Esteves e D’Alessandro, a titolo di esempio, i nerazzurri hanno generato situazioni efficaci, belle da vedere, pericolose da subire. Un processo che, come detto poc’anzi, non sempre si è rivelato un costante flusso di gioco offensivo e dominante, in quanto i momenti di spegnimento sono stati diversi, numerosi, spesso fatali.
Ecco che, dunque, quelle che sono inevitabilmente state delle basi, temprate tanto dagli elogi quanto dalle critiche di una piazza che ha uno status da rimarcare, necessiterebbe – o avrebbe necessitato? – di una prosecuzione e, soprattutto, di fiducia nelle persone. Qui subentra la percezione che il pavimento stia eccessivamente scricchiolando, tra le sirene dalla Serie A per il tecnico e le parole di quest’ultimo, così come con riferimento a quello che sembra un addio già assorbito da parte del Direttore Sportivo Stefanelli. In questi casi, dinanzi alle eventuali volontà dei diretti interessati probabilmente i meccanismi subiscono modificazioni tali da ridurre l’impatto di potenziali opere di convincimento (a partire dal valore attribuibile ai contratti), ma costituirebbe un inevitabile punto di domanda l’ennesima navigazione interrotta poco dopo aver lasciato il porto. Cosa ci sarà nel futuro del Pisa?