Garbato, ma non troppo – Il Benevento commette errori in serie. Così la retrocessione è un rischio concreto
Analisi di una stagione nata male, che prosegue peggio. Ai sanniti serve una svolta
Se un club che nell’ultima giornata di campionato ha schierato come terzetto difensivo Veseli-Capellini-Pastina e ha avuto come riferimento avanzato Francesco Forte, a cui sono subentrati Nwanko Simy e Antonino La Gumina, decide di aprire il calciomercato invernale acquistando un attaccante qualcosa non sta funzionando. Nel Benevento 2022/23, a dire il vero, sono pochissimi gli aspetti che sembrano andare nel verso giusto. La squadra, svuotata di motivazioni in seguito ai play-off persi più che meritatamente in semifinale contro il Pisa, dava l’impressione di avere già esaurito al termine dello scorso campionato gli stimoli sotto la guida tecnica di Fabio Caserta. Una sessione estiva, in cui l’unica mossa realmente indovinata è stata il ritorno di Pasquale Schiattarella, segnata da abbagli clamorosi ha fatto il resto. Gli addii di Federico Barba e Gianluca Lapadula hanno tolto certezze alla rosa, così come la mancanza di mezzali di qualità a centrocampo ha reso inevitabilmente sterile la manovra. L’emblema della confusione è lo scambio di Roberto Insigne con Camillo Ciano: il primo è l’uomo in più del Frosinone capolista, il secondo nel Sannio un vero e proprio oggetto misterioso.
Il sempre passionale ed economicamente disponibile presidente Oreste Vigorito aveva dato segnali negativi sin da maggio quando, scottato da qualche contestazione di troppo, sembrava deciso a consegnare al Sindaco il titolo sportivo. Il ritorno sui propri passi è stato una manna dal cielo per il popolo giallorosso, che al numero uno del club deve tutto il proprio straordinario passato recente, ma non la soluzione a ogni problema. Eccessivamente istintivo prima nel mettere sulla graticola Caserta e poi nell’esonerarlo, ha compiuto la scelta di affidare la panchina a Fabio Cannavaro. Privo di qualsivoglia esperienza in panchina nel calcio europeo, l’ex Campione del Mondo sta impiegando del tempo più che comprensibile per adattarsi al campionato e agli uomini a disposizione. Le dimissioni, mai accettate, presentate in seguito ai primi risultati negativi dimostrano tutta la poca abitudine al contesto. Presidente e ds Pasquale Foggia, però, danno l’impressione di aver sopravvalutato il valore della rosa in un torneo ultracompetitivo. Concedendosi qualche esperimento di troppo dopo 21 giornate il club campano è quindicesimo, soltanto 3 punti al di sopra della zona retrocessione diretta. Dato lo scoramento di un ambiente non abituato a lottare per la bassa classifica e le difficoltà tecnico-tattiche, il rischio di restare invischiati fino alla fine nelle zone pericolanti è piuttosto elevato.
Non aver trattenuto un calciatore come Forte, che ha scelto di sposare la causa dell’Ascoli, e non essere focalizzati su elementi in grado di dare solidità e fantasia dimostra che anche a gennaio la condotta del club è fuori fuoco. Gli attaccanti validi ci sono, ma vanno innescati. Serve una scossa, ma i tanti risultati negativi (soprattutto tra le mura amiche) avrebbero dovuto già fungere da pungolo per un cambio di rotta. Immobilismo e rassegnazione sono atteggiamenti che nessuno Stefano Pettinari (punta eccellente per la categoria) potrà mai risolvere. In casa sannita non servono semplicemente innesti, ma aria nuova. Senza i venti di rivoluzione che solo un nuovo ambizioso progetto possono portare il rischio è quello di boccheggiare tanto nel presente quanto nel futuro. E sarebbe un enorme peccato, perché Vigorito al calcio e al Benevento ha dato tanto e può continuare a farlo.