IL PUNTO SULLE CAMPANE – Il Benevento prende un altro schiaffo a Cremona, Salernitana: encefalogramma piatto
BENEVENTO SALERNITANA – Seconda sconfitta consecutiva, ancora per 1-0, a Cremona per il Benevento. I giallorossi scivolano al sesto posto. Dopo Perugia la Salernitana perde anche in casa, contro il Crotone, e resta ancora fuori dalla corsa playoff e dietro la classifica si accorcia pericolosamente. Squadra in ritiro. Serviva la reazione post Livorno, con la ghiotta […]
BENEVENTO SALERNITANA – Seconda sconfitta consecutiva, ancora per 1-0, a Cremona per il Benevento. I giallorossi scivolano al sesto posto. Dopo Perugia la Salernitana perde anche in casa, contro il Crotone, e resta ancora fuori dalla corsa playoff e dietro la classifica si accorcia pericolosamente. Squadra in ritiro.
Serviva la reazione post Livorno, con la ghiotta occasione di portarsi a meno uno dal Brescia. Troppo brutto per essere vero. Va definito così il Benevento visto allo Zini di Cremona. La squadra di Bucchi riesce a perdere una partita incanalata verso lo 0-0 e nella quale ha regnato la paura di perdere, subendo il gol grigiorosso di Emmers al 95’, su una disattenzione difensiva generale. Il tutto al termine di un match scialbo, anonimo, brutto e giocato male da entrambe le squadre. I giallorossi sono impalpabili e prevedibili, non centrano mai lo specchio della porta e non creano quindi una reale occasione da gol, giocando senza grinta e mordente e a basso ritmo. Il centrocampo è lento, fa poca densità, non è dinamico ed è incapace di produrre gioco, tanti i palloni lunghi e gli errori tecnici, il reparto offensivo è piatto ed isolato; i due reparti sono scollati. Resuscitare una Cremonese che non vinceva da sei partite e non segnava da cinque era impresa davvero ardua e i sanniti ci sono incredibilmente riusciti. Le colpe partono dall’allenatore fino ad arrivare ai giocatori. La scelta di Bucchi di schierare contemporaneamente Crisetig e Viola non convince, come non hanno spiegazione logica i cambi che testimoniano la voglia di non vincerla, ma di portare a casa un punto. Ricci resta un oggetto misterioso, Vokic viene catapultato per la prima volta in una nuova realtà e l’ingresso di Asencio al 93’, soltanto dopo il rosso a Strefezza, è decisamente tardivo. A tradire poi sono anche i singoli: la difesa tiene, ma va in tilt proprio all’ultima curva, Tello ci mette tanta quantità, ma poca qualità, Crisetig pecca di geometrie, Viola di precisione e inventiva, i due esterni (Letizia ed Improta) raramente saltano l’uomo, Insigne non trova mai la giocata illuminante e la posizione ideale, Coda sbaglia tutto quello che può sbagliare. Insomma quanto di buono aveva portato la striscia di dieci risultati utili consecutivi sembra essere andato totalmente in fumo in queste due trasferte. Sono sette le sconfitte finora, tutte inappellabili e tutte con un comun denominatore: la mancanza di carattere. Nulla è compromesso e per reagire tocca battere lo Spezia in casa, sabato alle 15, per ritrovare punti e certezze.
Continua a singhiozzare la Salernitana che incappa nell’undicesima sconfitta in campionato, la seconda consecutiva, contro il Crotone; granata stesi dalla doppietta di Simy all’Arechi. L’impianto di Via Allende è ormai diventato terreno di conquista: sono cinque le debacle interne stagionali. I granata provano a creare qualcosa, ma non finalizzano e non reagiscono alle difficoltà, i pitagorici non sono irresistibili e vincono senza sforzarsi più di tanto. La difesa della squadra di Gregucci è un colabrodo (sono cinque i gol subiti negli ultimi due match) e i limiti di gioco sono evidenti, con la solita sterilità offensiva. Il tecnico pugliese sembra incapace di mettere mano ad una squadra piatta, inanimata e povera tecnicamente; i cambi di uomini e di modulo non portano frutti. Tra i singoli scesi in campo gli unici a toccare la sufficienza sono (i soliti) Casasola e Calaiò, Micai è in ritardo sull’1-0, al quale partecipano anche Migliorini e Gigliotti, l’ex Avellino è disastroso anche sul raddoppio, Odjer è dinamico ma confusionario, Di Tacchio avrebbe bisogno di rifiatare e commette tanti errori, Lopez scende spesso ma è impreciso nel crossare, André Anderson è un fantasma, Jallow si mangia il potenziale 1-1. Al triplice fischio parte la contestazione del pubblico verso allenatore, giocatori e società, nessuno escluso. I playoff non sono lontani sì (quattro punti), ma tocca anche guardarsi le spalle, una sconfitta a Livorno (sabato alle 15) metterebbe a serio rischio la panchina di Angelo Gregucci e tirerebbe giù il cavalluccio marino in zone decisamente troppo calde. Lo stato maggiore granata decreta il ritiro, tutti a San Gregorio Magno, lì dove era cominciata l’avventura del tecnico di San Giorgio Jonico che portò all’esordio vincente contro il Foggia. Chissà che non possa essere di buon auspicio.