Fedele al Calcio – Südtirol, Bisoli spogliato del segreto della scorsa stagione: il tracollo era inevitabile
Ecco cosa - probabilmente - non ha funzionato
L’esonero di Pierpaolo Bisoli dalla panchina del Südtirol ha sancito la fine di una stupenda storia sportiva, che non bisogna definire favola per aggiungere inopportuno misticismo a quella che è una realtà alacre e concentrata sulla propria vision oramai da anni. È al contempo inevitabile sottolineare che il cammino della scorsa stagione, terminato solo nel turno semifinale dei playoff, ha avuto il gustosissimo contorno epico che questo sport ciclicamente – per la nostra gioia – si ricorda di esibire.
In una fase storica dove il ponte verso la soddisfazione calcistica viene costruito su fondamenta quali la qualità, lo spirito propositivo, l’estetica come necessità per giungere al risultato, il Südtirol è stato un’eccezione che – piaccia o meno – ha dimostrato altre vie e strumenti per raggiungere la stessa meta desiderata.
I dati, che oramai da anni rappresentano uno strumento molto utile per discutere di calcio, restituivano impressioni differenti: il sodalizio di Bolzano ha terminato la regular season – riferisce fbref.com – al quindicesimo posto per reti segnate, terzultimo per tiri in porta e penultimo per tiri totali, quartultimo per Expected Goals, senza dimenticare la statistica sui passaggi completati: solo il Perugia ha fatto peggio – ma qui bisognerebbe aprire il dibattito tra le idee di ognuno di noi – dei biancorossi.
I biancorossi, dunque, fatturavano poco – pochissimo – in termini offensivi, eppure raramente si percepiva reale scomodità in partita: merito, questa sensazione, della notevole compattezza e coralità di intenti, peculiarità grazie alle quali il feroce Südtirol praticamente mai capitolava in termini di atteggiamento.
È questa componente immateriale – ma con nette ripercussioni concrete sulla prestazione – che nell’annata in corso (i dati: la squadra oramai non più allenata da Bisoli è ultima per passaggi completati, ultima sia per tiri nello specchio che per tiri totali, eppure sesta per numero di reti segnate, con il secondo rapporto gol/tiri in porta, dove meglio ha fatto finora solo il Venezia) è venuta a mancare e ha presumibilmente (al netto di qualsiasi polemica interna che è assolutamente arruolabile tra le questioni che non è calcisticamente giusto lasciar emergere) portato all’esonero del tecnico, che per l’ennesima volta nella propria carriera (dopo Padova, Cremona e Cesena) non riesce a concludere la stagione dopo essere subentrato in quella precedente, quasi a volerne certificare la notevole capacità di impattare emotivamente in situazioni burrascose per poi barcollare quando il tempo diventa un alleato.
L’attuale Südtirol è il gemello rimandato a settembre dell’alunno volenteroso dell’annata 2022/2023, vissuta costantemente con ottimi voti in pagella ottenuti grazie a tante ore di studio, leggendo e rileggendo le pagine fino a nottata inoltrata pur di farne proprie i concetti. Una squadra timida e timorosa, incapace di trovare quell’ambiguo gusto per la sofferenza che tanto permetteva di performare non più di pochi mesi fa. Giorni caldi, quelli dispiegatisi a seguito dell’esonero, e che saranno seguiti da un nuovo percorso con una rinnovata voglia di fare, pur mantenendo – immaginiamo sarà così – quell’amaro pizzico di rammarico per un encomiabile capitolo nella storia del club.