Garbato, ma non troppo – Non basterà qualche pareggio a salvare il Brescia dalla Serie C
La situazione per le Rondinelle è davvero horror
Pep Clotet, Alfredo Aglietti, Pep Clotet bis, Davide Possanzini, Daniele Gastaldello: questa l’alternanza stagionale sulla panchina del Brescia. Contestazioni della piazza nei riguardi del presidente Massimo Cellino, della dirigenza, dell’allenatore attualmente in carica e della squadra stessa. Atteggiamento inconfondibilmente provocatorio e tutt’altro che lungimirante del numero uno del club, sfogo scomposto del dg Luigi Micheli nei confronti della tifoseria. Ultimo successo datato 27 novembre, ben 15 turni or sono. Ultimo posto in classifica raggiunto soltanto al termine della 29^ giornata. Questo lungo elenco di fatti e dinamiche non è un esercizio retorico, ma il resoconto di una stagione fallimentare che rischia sempre più seriamente di concludersi con la retrocessione in Serie C.
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Il collasso di un club che meno di 4 anni fa festeggiava la Serie A ha origini precise e temporalmente lontane, inevitabilmente legate alla evidente frenesia della proprietà. Il progetto organico e compatto che permise a Eugenio Corini di conquistare la promozione fu messo troppo rapidamente in discussione e diede il via a una serie di esoneri che ancora non ha conosciuto tregua. I rapporti con Francesco Marroccu e Giorgio Perinetti, i due uomini mercato che si sono alternati nel tempo, mai completamente risolti e mai sviluppatisi in un’idea coerente e di ampio respiro. La dipendenza da senatori che non hanno garantito continuità fisica e di prestazioni e la scarsa capacità di rimpiazzare coloro che invece hanno lasciato, la tendenza ad affidarsi a mercati minori senza però uno scouting efficace sono concause che conducono a un passo dalla C.
I risultati in campo sono tristi da ogni punto di vista. Non può bastare qualche pareggio data la quota salvezza plausibilmente alta, ma trovare la qualità e la forza psicologica per portare a casa le partite è tutt’altro che scontato. Per tentare di salvarsi bisognerà affidarsi alla verve degli innesti di gennaio dal Lecce Bjorkengren, Listkowski e Pablo Rodriguez e al senso di appartenenza degli Ndoj e dei Bisoli, ma il materiale umano è veramente ridotto e anche scarsamente affiatato. Serve un’impresa a cui un ex calciatore di temperamento come Gastaldello è chiamato anche e soprattutto dal punto di vista mentale, ma poi serve soprattutto ripartire da zero. Con la cessione (molto più semplice in caso di permanenza in cadetteria) o con una nuova mentalità. Le occasioni negli anni ci sono state e tutte sono puntualmente state sprecate. Se ne arrivasse un’altra, sarebbe necessario disporne nel migliore dei modi.