Da elemento quasi ai margini del progetto a preziosa risorsa: Jhon Chancellor vuole riprendersi il Brescia
CHANCELLOR BRESCIA – Nella clamorosa rimonta piazzata nello scorso weekend dal Brescia in quel di Ascoli, sono diversi gli spunti che la prova double-face della truppa di Filippo Inzaghi ha fornito al triplice fischio del “Del Duca”. Una squadra che necessita ancora di essere perfettamente registrata in fase difensiva (e gli 8 goal subiti in […]
CHANCELLOR BRESCIA – Nella clamorosa rimonta piazzata nello scorso weekend dal Brescia in quel di Ascoli, sono diversi gli spunti che la prova double-face della truppa di Filippo Inzaghi ha fornito al triplice fischio del “Del Duca”. Una squadra che necessita ancora di essere perfettamente registrata in fase difensiva (e gli 8 goal subiti in appena 6 giornate ne sono la chiara dimostrazione) ma che vanta un organico, come noto, di una qualità e profondità che raramente si riscontrano in cadetteria e che nella trasferta marchigiana ha dato lustro anche della propria personalità resiliente e, all’occorrenza, “operaia” che in un torneo complesso e spesso di difficile lettura come quello cadetto appare un input essenziale per ribaltare situazioni molto poco favorevoli, come quella che aveva preso forma proprio al cospetto di Dionisi e compagni.
Fermo restando l’inizio di stagione monstre delle Rondinelle le quali, a livello di punti, stanno facendo addirittura meglio del Benevento frantuma record guidato proprio dal trainer piacentino, che nel 2019/2020 stra-dominò il campionato guadagnandosi la meritatissima promozione in massima serie, è palese che le frequenti amnesie difensive siano un evidente difetto da dover necessariamente limare in casa biancoblu, considerato che non sempre sarà semplice, durante l’arco del torneo, rimontare due reti ad avversari sempre più agguerriti ed organizzati, indipendentemente dall’artiglieria offensiva decisamente pesante a disposizione.
In tal senso, molto incoraggiante è stata la prova di Jhon Chancellor, gigante venezuelano alla terza stagione nel club di Massimo Cellino. Classe 92′, il centrale nativo di Puerto Diaz sembrava essere scivolato in fondo alle gerarchie di Super Pippo ad inizio stagione ma il quale, invece, ha fortemente rimescolato le carte in tavola con l’ottima prova di Ascoli candidandosi, nuovamente, a rappresentare uno dei pilastri della retroguardia lombarda da qui al termine della manifestazione cadetta.
Dopo varie esperienze in patria (Mineros, Deportivo Lara, ancora Mineros e Deportivo La Guaira) ed una in Ecuador al Delfin, il 29enne vanta anche avventure, seppur poco memorabili, al di fuori dei confini sudamericani tra le file dei russi dell’Anzhi e dei qatarioti dell’Al Ahli, prima dell’approdo al Brescia di Eugenio Corini del 2019, neopromosso in Serie A, annata in cui raccoglie 26 presenze condite da ben 3 reti che non consentono però ai suoi di evitare una retrocessione annunciata, frutto di una stagione decisamente travagliata. Un po’ come quella successiva, dove solo l’arrivo di Pep Clotet consente ai lombardi di risollevarsi dopo una prima metà di campionato molto deludente, agguantando addirittura la qualificazione ai playoff sulla base delle brillanti idee trasmesse dal trainer iberico, oggi alla SPAL.
Data l’imponente stazza, 1,98 cm per 86 kg, è facile immaginare come il suo punto forte sia il gioco aereo: una peculiarità che lo rende particolarmente difficile da affrontare, e battere, nei contrasti aerei e nell’uno contro uno ma che, inoltre, gli consentono di rappresentare anche un costante pericolo nell’area avversaria sui calci d’angolo e, più in generale, in occasione delle palle inattive a favore dei suoi. Fattispecie verificatesi, entrambe, proprio nell’ultimo impegno di Ascoli: prova individuale attenta e di grande solidità e fisicità, dal punto di vista difensivo, contro il tecnico ed imprevedibile attacco bianconero, ma anche un assist ed un goal che hanno portato prima alla rete dell’1-2 di Cistana e, poi, al successivo pari lombardo, utili ad apparecchiare la rimonta biancoblu, poi sugellata dal rigore di Pajac. A ciò, si aggiunge anche la spiccata personalità del ragazzo, e non potrebbe essere altrimenti per un calciatore abituato, con la propria Nazionale, ad affrontare i migliori attaccanti del globo: da Cavani a Messi, passando per Neymar e Suarez, di certo la pressione e le sfide difficili non sono degli ostacoli che, in casa Chancellor, non si sappiano provare ad affrontare.
Se per crescere e diventare davvero grandi la priorità è, necessariamente, quella di lavorare duramente sui propri difetti, il Brescia è consapevole di doverlo fare concentrandosi in primis sui meccanismi difensivi e, in tal senso, Jhon Cancellor, per caratteristiche profilo perfetto da affiancare a Cistana, potrebbe rappresentare la soluzione perfetta per diventare, potenzialmente, inarrestabile. Per acquisire man mano sempre maggiori certezze e solidità, evitare di dover rincorrere sé stessi e l’avversario, e godere appieno della stratosferica qualità e produzione offensiva che le Rondinelle possono fornire.