14 Novembre 2024

Che fine ha fatto… Ezio Glerean

Riscopriamo Ezio Glerean

Instagram Bassano

Il calcio corre al ritmo frenetico della vita moderna, a una velocità tale che spesso non c’è spazio né tempo per la memoria, che invece sarebbe utile a sensibilizzare e comprendere ciò che oggi ci appare attuale. Di allenatori che hanno rivoluzionato il calcio italiano e mondiale se ne conoscono abbastanza. Ma qualcuno spesso passa inosservato alla critica. Tra questi c’è sicuramente Ezio Glerean.

A una carriera da giocatore sviluppatasi su un livello discreto, ha alternato la vita da allenatore, che lo ha elevato al ruolo di precursore al calcio moderno. Al punto che Zeman, dopo un 4-4 tra le loro Cittadella e Salernitana, lo definì “Uno più pazzo di me” .

Nato a San Michele al Tagliamento il 27/07/1956. La sua carriera da calciatore si è sviluppata principalmente al sud dell’Italia, tra Brindisi, Jesolo e Cavese. Salvo poi chiuderla con le tre stagioni a Trento e le due alla Bassano Virtus. Prima di iniziare la carriera da allenatore, c’è stato un viaggio che ha cambiato il corso della sua storia. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo è volato in Olanda, al seguito di quella che poi è diventata la sua attuale moglie. La ragazza olandese, venuta in Italia per studiare la lingua, lo ha trascinato ad Amsterdam. Da qui nacque l’amore per il calcio totale, che divenne il mantra della sua proposta di gioco. Dopo essersi fossilizzato sullo studio del calcio totale olandese degli anni 70, è venuto a contatto con Rinus Michels e successivamente con Louis Van Gaal. Il mondo Ajax si è rivelato decisivo per la sua carriera.

Ha deciso di intraprendere la carriera da allenatore e per farlo ha iniziato in Veneto, la sua terra. Il primo step è stata la seconda categoria, passando poi per la prima e per il campionato Interregionale. La proposta è subito innovativa, trasformandolo in un precursore di un movimento calcistico all’avanguardia, mai visto prima in Italia. Prestazione dopo prestazione, comincia a collezionare diverse promozioni. Ci ha impiegato sei anni circa, dal 1988 al 1994, a raggiunger il calcio professionistico. Lo ha fatto grazie all’ennesima promozione raggiunta in Serie C2 col San Donà. Il suo lavoro non passa inosservato e, nel 1996, punta su di lui il Cittadella. Qui probabilmente si è assistito a quello che tutt’ora è considerato il miracolo sportivo più importante del club, col passaggio dalla Serie C2 all’arrivo in Serie B.

La prima stagione in cadetteria gli valse un 14′ posto utile per una salvezza tranquilla. Decisive sono state le dieci vittorie e i quindici pareggi al cospetto di tredici sconfitte. Amaro fu invece il campionato successivo, che lo vide incassare la retrocessione, chiudendo al 18′ posto, a causa di 19 sconfitte stagionali. La proposta offerta dal tecnico piace. Al punto che Zamparini lo vuole al Venezia. L’estate che ha preceduto quella stagione di equilibrato ha avuto ben poche cose. L’allora presidente, pochi giorni dopo, ha acquistato il Palermo e si è portato in Sicilia tutto il blocco squadra da lui scelto, compreso Ezio Glerean. Alla guida dei rosanero ci è rimasto una sola giornata, in cui al seguito della sconfitta ha incassato l’esonero da parte del vulcanico presidente. In cadetteria c’ètornato solamente per un’altra stagione. Nel 2004-05 la sua strada si intreccia di nuovo con quella del Venezia. Giunge in laguna da subentrato e in tredici partite riesce a conquistare solamente tre vittorie e cinque pareggi al cospetto di sei sconfitte. Ruolino di marcia che gli costa la panchina e l’addio definitivo alla Serie B.

La sua carriera è proseguita in particolar modo in Serie C, fino a giungere al calcio di provincia. Proprio qui la filosofia di uno dei tecnici più offensivi della storia ha trovato la massima ispirazione. Il suo 3-3-4 o 3-3-1-3 è stato oggetto di studi di diversi esperti, tra cui, si ipotizza anche Pep Guardiola, che avrebbe tratto alcuni spunti per il Barcellona degli Invincibili. Professionismo e dilettantismo che sia, Glerean ha incentrato il suo credo sullo spettacolo, avvalendosi di tre difensori centrali di struttura e intelligenti tatticamente, tre mediani di centrocampo capaci di operare su tutta la metà campo difensiva, per poi dare libero sfogo ai quattro attaccanti, che ha sempre ricercato con caratteristiche definite e complementari tra loro. Camuffando così una concezione difensiva strutturata, con l’inserimento di un giocatore offensivo in più nello scacchiere.

Attualmente Ezio Glerean è libero da incarichi di ogni tipo.

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