Garbato, ma non troppo – Chi spende meno non retrocede: Cittadella e Cosenza, la magia della Serie B
Favole ed esempi positivi
Anche se a lungo coinvolte nella corsa salvezza, Cittadella e Cosenza sono riuscite ancora una volta a salvarsi pur disponendo del monte ingaggi più basso della competizione assieme al clamoroso Südtirol (staccato però di circa 2 milioni). Si tratta di due club non nuovi a queste imprese, tanto che i calabresi sono stati definiti dal giornalista della Gazzetta Nicola Binda un “caso da studiare” per la capacità di salvarsi sempre sul finale anche attraverso i playout. Se in Veneto a regnare sovrani sono lo scouting e la programmazione, che consentono mediante acquisti dalle serie inferiori di allestire sempre organici economici e al tempo stesso validi (due finali playoff non sono un caso), la situazione dei rossoblù è ancora più incredibile.
Quasi ogni anno il presidente Eugenio Guarascio rifonda lo staff tecnico e la rosa a disposizione, non riuscendo a garantire una grande continuità. La sua più grande abilità consiste nell’affidarsi sempre e comunque a direttori sportivi validissimi. Prima Stefano Trinchera, poi Roberto Goretti e adesso Roberto Gemmi. Spesso criticati dalla tifoseria per acquisti improbabili, ma a ragion veduta visionari nell’assemblare nel corso delle due sessioni (quasi sempre i Lupi raggiungono l’obiettivo coi colpi di gennaio) squadre in grado di competere nonostante un tasso tecnico inferiore.
In entrambi i casi è evidente che il budget a disposizione sia poco compatibile con una Serie B sempre più ricca, fatta di grandi imprenditori e piazze enormi. Eppure a salutare sono sempre le altre. In questa stagione senza società più deboli a farne le spese sono state in un colpo solo SPAL, Benevento e Brescia. Ciò è l’esempio maggiormente efficace per raccontare il magico paradosso di una cadetteria che proprio per la sua essenza non smetterà mai di regalare emozioni. In un campionato in cui chi parte per vincere può trovarsi in Serie C resta costantemente a galla chi mette il cervello dinanzi al denaro: una bella favola, che riavvicina a valori antichissimi del calcio.