Garbato, ma non troppo – Il Cittadella sta perdendo la sua dimensione magica
Analisi di una crisi inattesa
Ogni ciclo, si sa, ha una fine. Era difficile tuttavia immaginare che, nonostante un mercato anche più ambizioso del solito, il Cittadella incontrasse difficoltà serie per la salvezza proprio in questa stagione di Serie B. In seguito alla sconfitta casalinga contro il Parma la squadra allenata da Edoardo Gorini è costretta a fare risultato nello scontro diretto al Marulla di Cosenza per non finire in una zona playout da cui è stata lentamente risucchiata. Sembrava che le migliorie apportate nel corso della sessione invernale di trattative avessero fornito ai granata la spinta necessaria per veleggiare a centro classifica e rimandare ogni discorso alla prossima estate, ma da quando l’MVP di febbraio Giovanni Crociata ha accusato problemi fisici la luce si è nuovamente spenta. Non basta lui se non al 100%, non basta il miglior Mirko Antonucci della carriera, non risulta sufficiente il solito Elhan Kastrati tra i pali. In un campionato esasperatamente competitivo per raggiungere zone tranquille è richiesto un organico molto più completo.
Il DG Stefano Marchetti è il principale artefice, con l’ausilio della società, di un miracolo di durata ventennale. Mantenere la categoria e sfiorare la Serie A col monte ingaggi più basso del torneo in un calcio in cui le spese aumentano sempre di più è qualcosa che trascende lo sport e ha il carattere dell’epica. Con un livello così alto, però, la dimensione magica è andata perduta e i punti deboli sono usciti allo scoperto. Poca qualità a centrocampo, una ridotta mobilità della difesa, un reparto offensivo che in cadetteria ha dimostrato scarso feeling col gol. Crepe che sono sempre state lì, ma che il gioco prima e l’organizzazione poi hanno nascosto.
La perdita di certezze sta pesantemente influendo sui risultati della squadra e rischia di mettere a repentaglio un modello sportivo e finanziario. A ricordare che si tratta di un’annata nera e non del tracollo di un’idea ci pensa però il Südtirol. Da matricola assoluta e con un budget simile, la compagine altoatesina è quarta a sei giornate dalla fine del campionato. Fondamentale è il lavoro svolto da mister Pierpaolo Bisoli, abilissimo nel trasformare ogni debolezza in carburante che alimenta il motore forsennato della squadra. Ciò che non è riuscito, in estrema sintesi, a Gorini. Spunti del genere, dunque, continuano a funzionare nel contesto più democratico e imprevedibile d’Italia. Per ottenere risultati in Serie B spendendo così poco, però, ogni ingranaggio deve essere selezionato alla perfezione e funzionare con grande naturalezza. Al minimo errore, anche l’isola felice del calcio italiano può diventare un luogo normale.