Non chiamatelo Kanté, ma Claudio Gomes: polmoni e sagacia per il Palermo
L'approfondimento sul centrocampista francese dei rosanero, ieri decisivo nella vittoria sul Benevento
In un Palermo che si è calato nella realtà della Serie B con un rendimento piuttosto altalenante, alternando prestazioni deludenti e spesso sfortunate a prove di concretezza e carattere, l’uomo simbolo non potrebbe che essere Matteo Brunori in virtù della sua indole di bomber trascinatore e idolo della piazza. Fattore incontestabile se intendiamo limitarci alle statistiche. Tuttavia, spesso è necessario guardare oltre, nel calcio così come nella vita. Risulta essenziale comprendere quali siano le componenti di un’entità tangibile come quella di una squadra che, oltre ad essere composta da calciatori dalle variegate qualità tecniche, concilia degli uomini intenti ad unire i propri destini per superare le rispettive paure e raggiungere un obiettivo di gruppo che risiede nel successo.
Al di là dei proclami mediatici – parzialmente giustificati dal risonante avvento del City Football Group – sin dal primo giorno il progetto rosanero sotto l’egida della holding calcistica è stato prettamente fondato sul concetto di crescita, sicuramente non banale nel contesto odierno dove vige l’obbligatorietà del “tutto e subito”. La volontà, infatti, sarebbe quella di estendere gradualmente la portata di un percorso che, tassello dopo tassello, dovrebbe riportare i siciliani ai fasti di un tempo.
Appare lecito chiedersi chi possa rappresentare l’emblema di questo processo – richiedente costante impegno e pazienza – sul campo. Proprio lui: Claudio Gomes, un centrocampista di prospettiva che lascia intravedere ottimi margini di miglioramento per quanto mostrato in questa prima parte di stagione. Tra le sue caratteristiche indubbie la duttilità, avendo nelle sue corde i ruoli di playmaker e di interditore.
Classe 2000, il francese vanta anche delle esperienze nei floridi vivai di PSG e Manchester City. Inoltre, nella squadra di Guardiola è riuscito anche a ritagliarsi alcune presenze da subentrante in Community Shield, EFL Cup e FA Cup, fino all’esperienza formativa al Barnsley e alle panchine nella Premier League 2022-2023 con Crystal Palace e Nottingham Forest, in compagnia di gente come Kevin De Bruyne, Riyad Mahrez e Julian Álvarez. In seguito, non a caso, è stato scelto per approdare in Sicilia nell’ambito della prima operazione in sinergia tra il Palermo e i Citizens.
A detta del ragazzo l’ambientamento sull’isola non è iniziato nel migliore dei modi, dagli appena sei minuti disputati al debutto col Genoa alle tre panchine consecutive nei ko contro Frosinone, Südtirol e Ternana, decisivi per stravolgere gli equilibri e l’assetto tattico di Corini. Dalla partita interna col Pisa, infatti, si cambia registro e Gomes conquista i galloni da titolare, ottenendo immediatamente il consenso di tifosi e addetti ai lavori per le prestazioni caratterizzate da dinamicità e inventiva, oltre che dalla specialità della casa consistente nel recupero della sfera. Da quel momento poi si materializza un accrescimento della sua figura autoritaria in mezzo al campo, ricoprendo il ruolo di regista egregiamente grazie all’elevata percentuale di passaggi riusciti. Con lui in campo arrivano quattro risultati utili consecutivi fino alla sfortunata sconfitta di Cosenza dove, nonostante tutto, riesce a contraddistinguersi tra i migliori in campo sfoderando una prova da veterano per gran parte della gara.
Un nuovo capitolo dell’avventura palermitana del talento 22enne, però, è stato scritto proprio nella sfida del “Vigorito” contro il Benevento, dagli innumerevoli chilometri percorsi ai tantissimi interventi decisivi sugli avversari. Una prestazione di estrema lucidità, considerando l’ingombrante ammonizione rimediata alla mezz’ora. La giocata di capitale importanza giunge al minuto 53 all’altezza del cerchio di centrocampo: palla sradicata dai piedi di Viviani e successivamente da quelli di Improta per l’avvio di un contropiede fulminante poi finalizzato dallo spietato Brunori. Un’iniziativa volitiva capace di esaltare le doti di Claudio e contemporaneamente di permettere ai rosa di portare a casa i tre punti.
Adesso, non chiamatelo predestinato ma calciatore funzionale al progetto Palermo, rispettando a pieno il suo atteggiamento in campo: pragmatico, concreto, semplicemente al servizio della squadra. Non sprecate minimamente degli accostamenti con un campionissimo come N’Golo Kante – per via della somiglianza, dello stile di gioco e del soprannome affibbiatogli nelle giovanili del PSG – che attualmente può rappresentare soltanto una fonte di ispirazione al pari degli altri modelli di riferimento del ragazzo di Argenteuil: Casemiro, Sergio Busquets e Thiago Motta. La certezza è soltanto una: la storia di Claudio Gomes deve ancora essere scritta.