Cosenza, quanta fretta di cambiare: la ricostruzione dei fatti
COSENZA FRETTA CAMBIARE – Alla base di ogni scelta che può definirsi sensata, vi è l’analisi di tutti quei fattori che, seppur in parti e percentuali differenti, incidono o hanno inciso sul risultato analizzato. Non è banale retorica ma, proprio per questo, ogni qual volta si parla del Cosenza Calcio e di quanto fin qui […]
COSENZA FRETTA CAMBIARE – Alla base di ogni scelta che può definirsi sensata, vi è l’analisi di tutti quei fattori che, seppur in parti e percentuali differenti, incidono o hanno inciso sul risultato analizzato. Non è banale retorica ma, proprio per questo, ogni qual volta si parla del Cosenza Calcio e di quanto fin qui fatto, è doveroso considerare e analizzare le circostanze in cui questa squadra si è immersa, nuovamente, nell’attuale campionato di Serie B.
Le problematiche
Il sostanziale ritardo con cui tutti, dai dirigenti ai responsabili dei vari settori si sono trovati a fare i conti, è sicuramente l’elemento fondante su cui si sono basate particolari difficoltà riscontrate nel corso del tempo. Difficoltà, però, che si sono riversate interamente sull’allenatore, sul gruppo squadra e sulle possibilità di preparare e programmare una stagione lunga e lastricata di difficoltà come quella della Serie B. Il direttore sportivo Goretti, per quanto importante il lavoro svolto, ha ricostruito da capo una rosa che, dall’anno passato, si è portato dietro meno della metà degli stessi giocatori. Fondando sempre il tutto su prestiti annuali.
L’avvio di stagione
La stagione parte e, dopo due sonore sconfitte contro Ascoli e Brescia, non avversari qualunque, iniziano ad arrivare i primi sorprendenti risultati e la glorificazione del glaciale Zaffaroni. Nelle successive otto partite, Corsi e compagni hanno totalizzato ben 14 punti, portandosi a ridosso della zona playoff. Prima della sosta, in un “Marulla” gremito e a festa, arriva la sconfitta per 0-1 contro la Reggina. La prestazione non è stata deludente ma la squadra, dopo un importante ciclo di partite, è apparsa vuota come varianti tattiche e di proposta. Il preludio della fine.
Il periodo incriminato
La sosta ha concesso allo stesso Zaffaroni di lavorare senza la pressione della partita per circa 15 giorni e, al ritorno in campo, ecco lo scontro esterno contro il Parma che riaccese la fiammella della speranza: 1-1 conquistato in extremis, al termine di un secondo tempo in totale padronanza del campo al cospetto di un avversario rimpicciolito a suon di pressing. Successivamente, in terra cosentina, arriva la Spal di Clotet. I padroni di casa conducono la partita e gli ospiti si mettono a specchio, provando a chiudere tutti i varchi: nonostante una buona gara, seppur spesso sia mancata la precisione necessaria per ultimare le diverse azioni create, la Spal espugna il “Marulla” grazie ad un impronosticabile colpo di testa di Giuseppe Rossi su corner. Da lì, giungono altre due sconfitte, contro Monza e Cremonese.
Gli aspetti tattici
A caratteristiche quali ferocia agonistica, equilibrio, cinismo e spietatezza in fase di progressione a campo aperto, l’undici di Zaffaroni nelle ultime uscite ha provato ad abbinare un approccio diverso alle partite, più maturo e meno dispendioso. Sicuramente, alcuni elementi chiave dello scacchiere hanno via via smarrito un po’ di smalto. Ciò ha fatto sì che la difesa, già decimata in partenza, ancor più limitata in corso d’opera, smarrisse sicurezza e solidità e la manovra offensiva fosse più sterile.
Probabilmente Zaffaroni ha pagato il rendimento delle ultime 6 giornate di campionato, dove è stato totalizzato un solo punto. Ma, affinché un’analisi sia lucida e completa, è necessario specificare che, nel lasso temporale preso in analisi, gli avversari sono stati: Lecce, Reggina, Parma, Spal, Monza e Cremonese. Lo spazio per le considerazioni, di conseguenza, si riduce drasticamente.
L’atteggiamento in campo, probabilmente, avrebbe potuto e dovuto essere diverso. Ma, soprattutto nelle partite casalinghe, la squadra non ha mai peccato di eccessive carenze caratteriali. Spesso sono mancate le varianti tattiche, spesso ci si è concentrati su basilari e ripetitivi concetti proposti fino all’esasperazione. Ma, considerazioni del genere, bisogna sempre ponderarle al cospetto degli elementi su cui un tecnico può contare.
La decisione
Probabilmente la società, per giungere a questa conclusione, ha percepito che il calo di rendimento fosse dovuto ad un rapporto ormai giunto al capolinea tra tecnico e squadra. Perché, se così non fosse, guardando la classifica, dove attualmente la posizione ricoperta è la 16′, con 15 punti conquistati a -4 dalla zona salvezza e a +7 dalla retrocessione diretta, qualche dubbio sorge spontaneo.
Era folle, o utopistico, pensare che il Cosenza avrebbe disputato un campionato diverso da questo.