Garbato, ma non troppo – Il Cosenza si sta accontentando?
La classifica è ancora più che discreta, ma la sensazione è che i Lupi possano fare di più
Non abbiamo mai smesso di dirlo da agosto: a seguito di anni di sofferenza caratterizzati da salvezze clamorose in extremis e rose ribaltate a gennaio con molta creatività a causa di budget risicati, il Cosenza ha alzato il livello. Il presidente Eugenio Guarascio ha deciso di pensare in grande e il ds Roberto Gemmi, aiutato dal carisma di Fabio Caserta che ha portato suoi fedelissimi quali Luigi Canotto e Francesco Forte, ha allestito una rosa decisamente competitiva. Profonda a centrocampo, estremamente variegata in attacco, più fragile solo in difesa soprattutto per quanto concerne l’insoluto problema di un vice Tommaso D’Orazio a sinistra.
Il campo conferma quest’inversione di tendenza, con una squadra sin qui mai impelagata nei bassifondi e impegnata a destreggiarsi tra centro classifica e zona playoff. Ora che la vittoria manca da 3 giornate, però, è lecito trarre un primo bilancio ma soprattutto porsi un interrogativo. Considerata la solidità della fase di non possesso, quasi mai in affanno nonostante un sistema di gioco che prevede 3 o anche 4 calciatori prettamente offensivi, i Lupi si stanno accontentando? Se la sconfitta con la Sampdoria, al netto della crisi vissuta dai blucerchiati, può essere derubricata a passaggio a vuoto contro organico sulla carta attrezzato, i due pareggi contro Spezia e Lecco fanno riflettere. Non tanto per il risultato finale, ma con le modalità attraverso cui ci si è arrivati.
In entrambi gli incontri si è vista una squadra rossoblù con poco mordente. Attenta, disciplinata, sempre adeguata rispetto al contesto eppure con poca foga nel portare a casa partite che avrebbero nettamente mutato la classifica di Serie B. Aldo Florenzi, da tempo recuperato, largo a sinistra è ancora un mistero nel corso della gestione Caserta. Dopo due anni di qualità clamorosa, il pieno recupero del giovane 2002 è imprescindibile. Gennaro Tutino, fermato innumerevoli volte dal palo in questo avvio di stagione, si è visto a sprazzi così come Francesco Forte, mentre l’alternanza a destra tra Manuel Marras e Canotto non sta valorizzando a pieno nessuno dei due. Il risolutore di match è stato spesso Simone Mazzocchi, centravanti usato spesso da ala sinistra soprattutto se in presenza di Idriz Voca sulla trequarti. Soluzione che si è rivelata utile, ma non può essere definitiva.
Le alternative non mancano e sono tutte di estrema qualità per la cadetteria. L’amalgama, però, negli ultimi 25 metri lascia un po’ a desiderare. La sensazione è che la prima volta da gruppo forte non sia semplice da gestire per tutto l’ambiente. Il ricordo delle salvezze disperate, dei playout combattuti, della retrocessione con riammissione ancora riecheggia sugli spalti di un Luigi Marulla ingenerosamente spesso poco riempito dai sostenitori silani. Accontentarsi è comprensibile, ma appare uno spreco tremendo se si osserva il potenziale degli uomini a disposizione. Caserta deve essere bravo a esigere un’ulteriore crescita che permetta a tutti di sciogliersi. Il ritorno a pieno regime di un centrocampista box to box come Federico Zuccon, infortunatosi nel corso della gara vinta a Palermo, permetterà certamente un’interpretazione delle gare più in linea con le idee dell’allenatore.