2 Ottobre 2024

Garbato, ma non troppo – La Cremonese è un mezzo disastro. Stroppa ha molte colpe, ma la dirigenza non è da meno

Serve una virata per dare un senso positivo alla stagione e alle grandi spese estive

La sconfitta nel derby col Brescia è l’ennesimo atto di una Cremonese monocorde sin dalla passata stagione: Giovanni Stroppa fa fatica a trasferire la sua idea di calcio a un gruppo costruito probabilmente per giocare in un altro modo. Tra ruoli sempre più opinabili e panchine altrettanto discutibili, in campo si vede una squadra confusa che si affida all’estro di Dennis Johnsen o di altri singoli per uscire fuori da una palude piuttosto melmosa.

Non è la prima volta che lo si dice: prendere il miglior esterno offensivo dell’ultima stagione per scendere in campo con un sistema che non ne prevede non è una genialata. Dato che non si è trattato di un’occasione ma di un affare da 3 milioni di euro Jari Vandeputte è destinato a continuare a essere un caso. A peggiorare la situazione c’è la dinamica del suo ultimo ingresso: partito più largo con schemi ovviamente saltati non solo ha fornito l’assist (da fermo) che ha riaperto la partita ma si è mostrato pericolosissimo sfiorando anche il gol.

Non si possono ridurre i problemi della squadra grigiorossa soltanto al talento belga: la qualità della panchina è smisurata, eppure tutte queste frecce non sembrano matchare con l’arco che Stroppa ha progettato. La sua intransigenza tecnico-tattica è un gran problema, ma una dirigenza che conferma l’allenatore dopo una finale playoff persa in modo piuttosto netto e costruisce una rosa del tutto inadatta al 3-5-2 ne ha altrettante. Se poi pensiamo anche a come è stato lasciato andare il giovanissimo Guido Della Rovere appare chiaro che la progettualità al momento costituisce un limite del club, desideroso di spendere ma senza le idee nitide su come massimizzare gli investimenti effettuati.