Fedele al Calcio – Della Rovere, Stückler e non solo: la Primavera della Cremonese è pronta a fiorire
Un ruolino di marcia impressionante e tante individualità di livello
Ancora alla ricerca di una quadratura tattica definitiva, che le prestazioni stanno suggerendo essere in progress, come confermato dalle quattro vittorie nelle ultime 6 uscite tra campionato e Coppa Italia, la Cremonese di Giovanni Stroppa sta dunque tentando di compenetrare le importantissime qualità della continuità fondamentale per essere protagonisti in Serie B. I grigiorossi, ad ogni modo, vivono un periodo in cui la fioritura di risultati positivi desiderata dalla prima squadra ha già avuto luogo in un’altra formazione, quella Primavera, che sta dominando e incantando.
Allenata da Elia Pavesi, giunto alla quarta stagione in panchina, la Cremonese Primavera sta meritatamente mantenendo lo scettro nel Primavera 2a (torneo dove militano le nuove leve – tra le altre – di Parma, Como, Venezia, Südtirol, Brescia, Reggiana, Feralpisalò e Cittadella), stracciando qualsiasi parvenza di ambizione delle altre compagini. Punteggio pieno (6 vittorie in altrettante uscite), miglior attacco e seconda miglior difesa, quella della Cremo è una formazione che ha palesato una cilindrata diversa rispetto alle concorrenti.
Principi di gioco, quelli del tecnico, edificati sull’intenzione di azzannare costantemente la partita, evitando abbassamenti dell’asticella dell’intensità e, al contempo, lasciando spazio all’iniziativa di personale degli elementi più talentuosi, costantemente messi nelle condizioni di incidere. Sono diversi i punti tattici che necessiterebbero un approfondimento, ma ciò che colpisce di questa formazione è soprattutto il desiderio di attaccare con tanti uomini, come dimostrato – per raccordare l’articolo con un esempio recente dal campo – con il gol di Nagrudnyi arrivato nel corso dell’ultimo match contro il Renate: un tap-in dall’interno di un’area di rigore occupata da ben 5 calciatori della Cremo.
Non può che essere menzionato l’incessante David Stückler, centravanti danese classe 2004 prelevato nel 2022 dall’Akademisk Boldklub. Dieci gol in 6 turni di campionato per questo giocatore che ha una struttura nettamente ciclopica al paragone con la media della categoria, ma che oltre alle reti sta costantemente aggiungendo iniezioni di completezza al proprio bagaglio, come certificato dalla sempre maggiore ricerca di un gioco più associativo e diverse situazioni di coinvolgimento fuori dalla comfort zone (l’area di rigore), sia spalle alla porta che in circostanze dov’è portato ad allargarsi per aprire le maglie della retroguardia avversaria.
Sono tante le dolci menzioni da poter distribuire: il 2007 Guido Della Rovere è contornato di un argento vivo da custodire e salvaguardare. Trequartista che cerca costantemente l’optimum tra genialità ed efficacia, ha dentro di sé le imbucate del Flaco Colpani, così da associargli subito una tipologia di calciatore, pur non avendo probabilmente la propensione all’inserimento dell’asso del Monza. Mancino educatissimo, siamo al cospetto di un talento smagliante, molto abile in progressione e dalle scelte non codificabili da parte degli avversari.
Un estro, quello di Della Rovere, accompagnato dall’esuberanza di un calciatore utile ed effervescente come Giacomo Gabbiani, diciassettenne nato come seconda punta ma che ha oramai imparato a ragionare tanto come riferimento centrale, quanto come ala. Altro caso, quello appena evidenziato, in cui la tecnica è uno degli strumenti, in quanto nel ventaglio emergono anche atleticità, tempismo e raziocinio.
Da un elemento offensivo all’altro: importante e interessante il lavoro fatto da mister Pavesi su Gabriele Pessolani, che gli addetti ai lavori hanno conosciuto come prima punta ma che ha dimostrato di essere (molto) in grado di generare pericoli anche da posizione più decentrata, declinando la sua verve offensiva anche con giocate da esterno nel fluido 3-4-1-2 grigiorosso.
Sarebbe possibile continuare (e bisognerebbe farlo): l’equilibrio dato dai centrocampisti, la duttilità di un braccetto sinistro come Daniele Triacca (arruolabile con invariata efficacia anche come terzino sulla corsia mancina), oppure la reattività dell’estremo difensore Thomas Brahja). Tutto è reso nettamente agevole dalla coralità di una manovra che esalta e risalta, così da comporre la più esauriente definizione di elogio. Applausi a chi va in campo e a chi ne soprintende l’emersione, ovvero l’area scouting, che ha scandagliato zone dalle quali attingere risorse che, ora, sono pronte a sbocciare definitivamente. Con un occhio – probabilmente uno e mezzo – al calcio dei grandi.