Garbato, ma non troppo – Da Rinaudo a De Sanctis, il Palermo del City Group è davvero questo?
Una domanda lecita
Eugenio Corini e Michele Mignani hanno pagato i loro risultati a Palermo con l’esonero, ma la sensazione è che i problemi siano altrove. Ha lasciato tutti perplessi la scelta di salutare il ds Leandro Rinaudo per puntare su un altro profilo che offre ben poche garanzie come quello di Morgan De Sanctis, reduce dall’annus horribilis alla Salernitana. La società nell’ultima stagione ha dichiarato di mirare alla Serie A, come del resto dal City Group ci si attende, ma le decisioni vanno in altre direzioni.
Da una società così esperta e vincente, che ha dimostrato a Girona di saper funzionare anche al di fuori della sponda Blue di Manchester, non si prevedeva un approccio così conservativo. Uomini inesperti in posizioni chiave, struttura rosanero mutata davvero poco, acquisti che trasmettano una visione di futuro praticamente non pervenuti. A oggi è difficile individuare differenze sostanziali tra una Cremonese e il club siciliano. Si sta vivendo la Serie B come dimensione naturale e non come condizione da mutare repentinamente. Manca il guizzo, manca la creatività, manca la spinta di un enorme progetto di matrice estera.