DIAMO I VOTI: Ternana, 6,5 – Manca la ciliegina, ma la torta è intrigante
A detta di addetti ai lavori ed ampi strati di tifoseria, quello della Ternana è stato il peggior mercato di tutta la Serie B. Dopo tre giornate senza sconfitte, forse, è più facile sbilanciarsi con un giudizio positivo, ma le argomentazioni che lo motivano vanno di gran lunga oltre ciò che i ragazzi di Sandro Pochesci hanno dimostrato in […]
A detta di addetti ai lavori ed ampi strati di tifoseria, quello della Ternana è stato il peggior mercato di tutta la Serie B. Dopo tre giornate senza sconfitte, forse, è più facile sbilanciarsi con un giudizio positivo, ma le argomentazioni che lo motivano vanno di gran lunga oltre ciò che i ragazzi di Sandro Pochesci hanno dimostrato in questo scorcio iniziale di campionato. Il primo fattore da considerare è proprio il mister: fortemente voluto dalla nuova proprietà Unicusano, con cui aveva già condiviso l’esperienza di Fondi in Lega Pro, privo di esperienza in cadetteria, ha raccolto la pesante eredità di Fabio Liverani, autore di un miracolo sportivo alla guida delle Fere. Dato il carattere istrionico e le inusuali dichiarazioni a microfoni accesi, l’allenatore di Tor Vergata ha destato più di una perplessità nell’ambiente rossoverde, ma chi ha potuto osservare i suoi metodi di lavoro si è presto reso conto della sua preparazione ed applicazione. Portavoce di un’idea di calcio indubbiamente offensiva, votata all’intensità, al fraseggio di prima negli spazi brevi ed agli inserimenti, però camaleontica, dipanata su più moduli e più uomini, scevra di ogni rigido dogmatismo, Pochesci ha avuto subito a sua disposizione il blocco più quotato dei calciatori conosciuti a Fondi. Nonostante le polemiche per una scelta giudicata inadeguata alle difficoltà della categoria, soltanto Varone, Tiscione ed Albadoro figurano tra i potenziali titolari della Ternana, mentre al loro fianco sono arrivati profili di assoluto valore come Gasparetto, Paolucci e Tremolada, scommesse come Plizzari o Bordin, calciatori desiderosi di consacrarsi come Finotto. Non si può negare che la dirigenza abbia preferito mantenersi oculata sul fronte spese, ma ciò non pregiudica il valore di una rosa costruita con logica ed intuito, che difetta, però, di un bomber in grado di segnare almeno 15 reti. Nel calcio si è più volte dimostrato, tuttavia, che gioco, organizzazione e compattezza possono sopperire a tantissime lacune, motivo per cui non è da escludere che l’assenza del grande attaccante sia la fortuna e non il limite di una squadra affamata e bramosa di stupire.