Garbato, ma non troppo – Un mercato come quello del Palermo non aiuta Dionisi, gli complica la vita
Il livello è alto, ma qualcosa non torna
Spezziamo subito ogni dubbio: il Palermo è forte, ha un allenatore capace ed esperto e ha ottime chance di essere promosso in Serie A. Il calciomercato rosanero è stato tra i più costosi della categoria e i profili arrivati sono assolutamente validi. Eppure c’è qualcosa che non convince nella composizione della rosa. Non si tratta del troppo che storpia della Cremonese, anche se si guarda alla suddivisione per ruoli l’organico ha un suo equilibrio, quanto proprio dei rapporti di forza.
Matteo Brunori sta diventando un caso, ad esempio. Stile di gioco di un allenatore diverso, che allarga maggiormente la manovra e non favorisce il suo calcio fatto di regia offensiva, problemi estivi che possono aver lasciato strascichi e mille altre ragioni comprensibili o meno lo stanno facendo accomodare in panchina. Il punto è semplice: Thomas Henry è in grado di sostituirlo, ma non superiore al punto tale di sovvertire le gerarchie. In questo scenario il capitano farà fatica a riconquistare spazi e leadership del passato, ma neppure potrà essere accantonato. Un limbo insidioso che non aiuta nessuna delle parti in causa.
Il discorso è simile anche in altri ruoli e reparti: Le Douaron, Insigne, Di Francesco? 3 per 2 posti. Segre, Ranocchia, Blin, Gomes: 4 per 3. A destra Pierozzi o Diakité? Ed ecco che Lund a sinistra finisce in ballottaggio col primo adattato. Avere alternative, anche in una Serie B ormai densa e intensa quanto la A, è semplicemente essenziale. C’è una differenza, tuttavia, tra avere titolari e riserve di livello e trovarsi invece con calciatori equiparabili tra loro trovandosi ogni settimana a escludere dei top. Con più competizioni, a volte, funziona, quando se ne disputa una soltanto i rischi possono anche superare i benefici.