12 Settembre 2024

Fedele al Calcio – Palermo, bisogna credere in Dionisi: serve fiducia nel percorso

Palermo, bisogna credere in Dionisi

Palermo FC

Le ambizioni di una piazza come Palermo pulsano, sono calde, frenetiche, rumorose, raccolgono e mescolano le sensazioni di una città che ha vissuto – grazie al calcio – stupendi momenti, collezionato indimenticabili ricordi, costruito storie da raccontare e tramandare.

Palermo vuole, ambisce, spera, desidera: una realtà così strettamente connessa al Gioco da renderlo parte della propria quotidianità. Un peso specifico così importante dato alla componente emotiva genera, inevitabilmente, dei turbinii da gestire, ed è probabilmente quello che sta succedendo in quest’inizio di stagione.

Il nuovo corso targato Alessio Dionisi ha immediatamente consegnato al sodalizio rosanero le chiavi per l’ingresso nella picolissima stanza di coloro chiamate a contendersi lo scettro di regina del campionato: uno status legittimo, in un certo senso da rispettare, in virtù del blasone del club, dell’importanza del tecnico – che si è rimesso in gioco dopo tre anni da Serie A – e di quel brio internazionale oramai connaturato nel Palermo in virtù dell’appartenenza al City Football Group.

Un discorso che, calato nel campo, finora non ha dato le risposte desiderate: quattro punti in quattro partite, diverse incertezze individuali, un cammino che da pianeggiante ha scoperto qualche dosso. A detta di chi scrive, non era né è possibile sconfessare la via intrapresa, tanto per la qualità dei calciatori quanto per il livello della guida tecnica.

Allenatore il cui percorso parla da sé, Dionisi ha edificato i propri successi su proposta, idee e lavoro. Tre pilastri con il cemento armato della passione, una sorta di aura che accompagna l’ex – tra le altre – Empoli e Sassuolo. Il calcio del classe ’80 cerca il bello unito all’efficace, ed è questa l’intelaiatura che cercherà di trasmettere anche al Palermo. Bisogna, però, avere pazienza, perché un campionato lungo come quello di B non può essere affrontato con il grigiore della fretta.

Serviranno indubbiamente degli accorgimenti, tanto da parte del mister, coadiuvato dal suo gruppo di lavoro: i rosanero hanno dato la netta sensazione di saper essere tonanti quando in grado di attivare le combinazioni ad alto ritmo tra i propri uomini di maggior talento, ma in alcuni frangenti la pulizia della manovra, così come la fluidità, sono parse troppo zoppicanti (nota a margine probabilmente frettolosa: dal mercato sarebbe probabilmente dovuta arrivare un’alternativa a Gomes, proprio per seguire il discorso sulle risorse in grado di amministrare i tempi di gioco; pare invece evidente l’assenza di un altro terzino sinistro di ruolo). Dai calciatori dovrà chiaramente arrivare una ragguardevole mano, perché in queste prime uscite alcune scelte individuali sono state sanguinose e non si può pensare – al giorno d’oggi – di sfuggire ad alcun discorso sulla responsabilizzazione del singolo.

Margini, dunque, da colmare, ma per fare in modo che ciò accada servirà una netta e inscindibile unione di intenti, a partire dal supporto a un allenatore preparato, garbato e senza alcun dubbio confacente alla trasformazione degli obiettivi in risultati.

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