Fedele al Calcio – L’attitudine della Reggiana è encomiabile, ma manca uno stoccatore per sognare
La lacuna della Regia
Accompagnata dalla curiosità derivante dalla sincretizzazione tra i fisiologici scricchiolii che una neopromossa può patire e quella forma di fascino che attraversa un percorso in cui un’icona come Alessandro Nesta allena calciatori in cerca di gloria, l’annata della Reggiana vive – in questa fase – una piacevolissima sensazione di tranquillità che permette di entrare nelle pieghe delle intenzioni del club.
Compagine che ha dimostrato di poter e voler indossare sia la corazza che maneggiare il pennello, quella emiliana è una squadra dove il talento degli elementi più rappresentativi va a inalberarsi su una compattezza in fase di non possesso che il tecnico mai negozia. Le infinite declinazioni del contenitore “talento” appena utilizzato riguardano, nel calcio, la capacità di saper convertire la pericolosità in reti, ed è questo probabilmente l’aspetto del Gioco in cui la Regia ha finora mostrato le più evidenti lacune.
Quello che avrebbe dovuto essere riposto nelle prestazioni di Pettinari, così come nella positività di Vido, entarmbi ai box per ingenti problemi fisici, il gol è una mancanza strutturale nella rosa della Reggiana. Ultima (fonte fbref.com) per Expected Goals, metrica oramai nota e diffusa circa la produzione offensiva di una squadra in una determinata partita e i gol che ci si sarebbe aspettati in base – appunto – a quanto creato, la Reggiana tira poco (penultima in cadetteria per tiri in porta) e i suoi attaccanti non brillano per cinismo (il 68% dei tiri di Cedric Gondo, oramai l’arciere del reparto, termina in porta, ma il dato è preoccupante per Antiste e Girma, rispettivamente fermi al 20,8% e 23,5%).
Le peculiarità degli attaccanti puri, ovvero i già menzionati Gondo e Antiste, raccontano di calciatori più dinamici che cinici (soprattutto il classe 2002, encomiabile in termini di sacrificio), motivo per il quale Nesta sta poggiando il fatturato della propria squadra sulla valorizzazione dei centrocampisti offensivi, che sfruttano gli spazi generati dai movimenti collettivi, così come sulla responsabilizzazione dei perni tattici della squadra, due su tutti Bianco e Pieragnolo. La mancanza di uno stoccatore, in grado di evolvere la proposta in esultanza, si fa sentire, così come bisogna convintamente elogiare uno spirito di squadra che ha mostrato momenti tatticamente interessanti e, soprattutto, un atteggiamento – a detta di chi scrive – encomiabile.