Garbato, ma non troppo – Roberto Gemmi è stato messo in discussione troppo presto: con lui il Cosenza ha cambiato pelle
In un anno è cambiato quasi tutto
In seguito al calciomercato estivo di un anno fa e ai successivi risultati deludenti, il ds del Cosenza Roberto Gemmi è stato messo al banco degli imputati. Acquistare calciatori di proprietà, rinunciando in ampia misura a prestiti secchi, aveva limitato il tasso tecnico ed esperienziale della squadra nel campionato di Serie B più competitivo di sempre. Anche a causa del feeling mai sbocciato tra lo spogliatoio e l’allenatore Davide Dionigi, nonostante un organico allestito con più giudizio e prospettiva rispetto al passato del club silano, la retrocessione appariva inevitabile. Grazie al grandissimo contributo di William Viali subentrato in panchina e all’indovinata scelta di prendere a gennaio un portiere di livello per la categoria come Alessandro Micai oltre che un terzino sinistro di totale affidabilità come Tommaso D’Orazio, l’impresa è poi riuscita. I playout vinti col Brescia a tempo scaduto sono un’altra pagina epica degli ultimi anni rossoblù, abituati a difendere la categoria in modi impensabili e con affanni indicibili.
Stavolta, però, si prospetta un’annata diversa. L’ossatura della squadra esiste già, ed è una novità assoluta garantita dalle operazioni dell’anno precedenti. Si è riusciti a far firmare un contratto a Micai e a far rinnovare D’Orazio e Pietro Martino e adesso si può operare in entrata con maggiore leggerezza. Già è andato a segno un colpo clamoroso quale il ritorno di Gennaro Tutino, accompagnato da Simone Mazzocchi che è un’altra punta di categoria. Federico Zuccon darà freschezza a un centrocampo che ha perso Marco Brescianini ma in cui c’è ancora Aldo Florenzi. La sua permanenza con tanto di nuovo contratto è l’altra grande vittoria del dirigente: una partenza in estate è più che possibile, ma solo alle cifre stabilite dalla società. Guadagnare più di 2 milioni dal suo addio permetterebbe di ingaggiare un sostituto e di procedere con ulteriore serenità all’acquisto di una punta di peso ed esperienza che è già in programma.
Per la prima volta dal ritorno in Serie B, il Cosenza opera in modo diverso rispetto alle squadre che possono ambire soltanto a una risicata salvezza. Il motivo e il merito non è da ricercare nel presente ma nel passato. Una squadra non si stravolge in qualche mese, ma in anni. I semi piantati la scorsa estate stanno fruttando in questo 2023. Con tante più certezze in rosa è più facile muoversi e rafforzarsi. Chi vuole tutto e subito ha faticato a comprendere la linea Gemmi, ma l’avventatezza tipicamente italiana si scontra con la realtà del processo lungo e soddisfacente. Dopo anni di sopravvivenza, la proprietà di Eugenio Guarascio si affaccia alla categoria con consapevolezze nuove e obiettivi superiori. Come a Pisa, il direttore ha saputo mutare la mentalità aziendale per costruire fondamenta decisamente più solide.