Spezia, Mastinu calciatore camaleontico: Italiano ha plasmato una risorsa
GIUSEPPE MASTINU SPEZIA – Parlare dello Spezia vuol dire navigare in un mare di calcio. Principi, idee, tecnica con finalità tattica, coinvolgimento, intensità. Le qualità della squadra sapientemente allenata da Vincenzo Italiano sono note e, per fortuna, la pausa forzata non ha depauperato la bontà del lavoro portato avanti in questi mesi. Quella ligure è […]
GIUSEPPE MASTINU SPEZIA – Parlare dello Spezia vuol dire navigare in un mare di calcio. Principi, idee, tecnica con finalità tattica, coinvolgimento, intensità. Le qualità della squadra sapientemente allenata da Vincenzo Italiano sono note e, per fortuna, la pausa forzata non ha depauperato la bontà del lavoro portato avanti in questi mesi. Quella ligure è una compagine che segna e insegna un calcio diverso rispetto agli standard della cadetteria, seppur in questa stagione diverse realtà sembrano aver deciso di intraprendere un percorso diverso, che abbandona la routinaria e fredda schematizzazione di ogni aspetto del calcio per cercare la perfetta fusione tra creatività del singolo e obiettivo collettivo. Gli Aquilotti sublimano quest’ultimo concetto.
Tutto ciò è stato reso possibile grazie a una serie di elementi che hanno trovato un perfetto ordine: una società convinta di voler perseguire una precisa strada senza lasciarsi scalfire da qualche titubanza iniziale dovuta alla necessità di conoscersi, comprendere e assimilare tutto ciò che la novità porta con sé; Vincenzo Italiano, un allenatore deciso, elegante nella proposta e accurato nell’analisi, favorevole a mettersi continuamente in discussione e dotato del giusto carisma; una squadra che ha mostrato totale fiducia nel progetto tecnico e che ora con efficacia ed estetica raccoglie quanto seminato.
Sono diversi gli esempi concreti che aiutano a personificare l’elogio, uno di questi è sicuramente Giuseppe Mastinu. Un percorso, il suo, tormentato dalla sfortuna e, per questo, nettamente in credito nei confronti di ciò che sarà. Due gravi infortuni (contro il Perugia nel marzo 2018 e contro il Pescara un anno dopo, proprio nella partita del rientro), un tornado di negatività che l’ha assalito e una perseveranza mai perduta. L’arrivo di Vincenzo Italiano ha permesso al classe ’91 di riscoprirsi in una veste in precedenza probabilmente percepita ma mai elevata fino a questo punto: quella di calciatore potenzialmente totale. Mastinu è un profilo in grado di poter occupare tutte le posizioni della zona offensiva del campo, come dimostrato in carriera: spesso ala destra, alle volte trequartista, in qualche occasione ala sinistra e seconda punta, raramente prima punta. Testimonianza di un calciatore slegato da qualsiasi archetipo.
Italiano ha percepito questa propensione, perfettamente legata al suo credo, ovvero quello di trasmettere principi corali in grado di combinare le qualità dei singoli con le necessità del collettivo. Comprendere le caratteristiche dell’individuo, accantonando la convenzionale e scialba prassi del credere che il calcio conosca un solo copione dettato dal modulo, permette di valorizzarne a pieno titolo le qualità. Ed è per questo che Mastinu, nello scacchiere del tecnico, si è riscoperto mezzala (e non solo, come analizzeremo a breve). Il motivo è intuibile dopo aver osservato i liguri e lo stesso Mastinu: un calciatore con assoluto dominio del pallone, capace di invadere gli spazi vuoti generati dai movimenti senza palla e, allo stesso tempo, ricercare combinazioni con i compagni, può essere implicato nella costruzione della manovra in mediana. Abbassare il proprio raggio d’azione, almeno all’apparenza, per poi avanzare contestualmente allo sviluppo della manovra. Insomma, arrivare al posto giusto al momento giusto invece di cercare la ricezione in un’unica zona. Un calcio dinamico e ovviamente elaborato.
Queste peculiarità, ovvero tecnica applicata, lettura della situazione e adattamento alle differenti circostanze dinamiche che si generano nel corso di un fenomeno sicuramente complesso come una partita, permettono di poter implementare lo stesso credo anche a qualche metro di distanza, come dimostrato dallo stesso Mastinu nell’ultimo match, il primo dopo la pausa forzata, giocato e vinto dai suoi contro l’Empoli. Schierato come ala destra nel tridente con Gyasi e Nzola, nei poco meno di settanta minuti giocati l’eclettico calciatore sardo ha offerto una prova notevolmente vicina alla totalità, probabilmente il vero obiettivo del lavoro che il tecnico ha in mente per lui: presente sia in termini di uno contro uno, così da generare superiorità numerica ed eventualmente funzionale e/o posizionale, così come quando bisognava accentrarsi e attendere il movimento di Gyasi (che avrebbe potuto osare di più) ad affiancare Nzola, così da galleggiare tra le linee, raccordare centrocampo e attacco e, contemporaneamente, disturbare Ricci e Henderson così da permettere a Maggiore e Mora, calciatori molto bravi negli inserimenti, di essere potenzialmente molto pericolosi e sfruttare i mezzi spazi sfruttando la superiorità creatasi.
Un calciatore, dunque, totalmente coinvolto nel lavoro portato avanti dal tecnico: lo Spezia ha trovato una nuova risorsa, Mastinu è pronto a riprendersi ciò che la sfortuna gli ha tolto.
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