4 Ottobre 2024

Fedele al Calcio – Juve Stabia, che fattore Pagliuca: la squadra è un’orchestra

Pagliuca sta scrivendo tante - bellissime - pagine della storia calcistica della Juve Stabia

I parametri per valutare un allenatore sono tanti, disparati, (molto) spesso oggetto di discussioni: temi messi sul tavolo senza alcun ordine né gerarchia, con la legittima possibilità per ognuno dei commensali di portare avanti la propria idea.

Non sarà questa la sede per decretare una verità che tale non sarà mai, forse anche per picchi di superficialità portati avanti da chi fatica a concepire analisi organiche, ma sarà invece questo il luogo per applaudire un allenatore che – torna il tema dei parametri – sta indiscutibilmente donando una nuova vita calcistica a una città intera. Il riferimento è a Guido Pagliuca e alla sua orchestra, la Juve Stabia.

Tra Cecina e Figline Valdarno ci sono circa 140 chilometri di differenza: sicuramente meno, decisamente meno, ce ne sono tra le storia di Guido Pagliuca, nato a Cecina, e quella di Maurizio Sarri, cresciuto a Figline Valdarno. La gavetta nella propria quintessenza, lo studio, la pazienza: elementi legati dal più inossidabile dei collanti, la passione.

Arrivato all’appuntamento con la Serie B, Pagliuca sta aggiungendo mattoncini alla costruzione già eretta nell’incredibile cavalcata della scorsa stagione, culminata con una promozione forse inaspettata ma – senza alcun dubbio – meritata. Allenatore sanguigno, preparato, avverso a qualsiasi declinazione di banalità nella comunicazione verbale e non verbale, costruita su concetti e sguardi che lo portano a entrare nei discorsi senza alcuna barriera.

La Juve Stabia, nelle sette giornate finora vissute, si è rivelata – per meglio dire, confermata – una squadra coraggiosa, attenta, che vede nel Gioco il proprio albero maestro. Non è un caso, dunque, che in relazione al valore della rosa – che colloca le Vespe all’ultimo di questa speciale classifica – i campani siano quelli con il differenziale più ampio, dato che la settima posizione genera un +13 che non trova eguali in cadetteria.

Un percorso in costante ascesa grazie ai valori di un gruppo che si sta costantemente convincendo di poter competere a determinati livelli, in virtù – oltre che dei valori tecnici da rispettare e incoraggiare – dei principi di gioco di un allenatore desideroso di ribaltare qualsiasi pronostico. Inscalfibili pilastri ulteriormente irrobustiti dai dati: al momento la Juve Stabia è la squadra che (assieme alla Reggiana) più volte ha mantenuto la porta inviolata (ben quattro), è terzultima per tiri subiti (ventiquattro, meglio hanno fatto solo Salernitana e Südtirol con ventidue, fonte fbref.com) e sesta per percentuale media di possesso palla, a testimonianza di come l’intenzione non sia mai quella di ergere barricate. Compagine molto abile nella creazione di presupposti (che potrebbero e dovrebbero essere sfruttati meglio, dato che c’è un altro dato, quello delle Big Chances Missed, le grandi occasioni fallite, che vede il sodalizio di Castellammare dietro solo a Modena e Spezia, come apprendiamo da fotmob.com), la Juve Stabia, dunque, punta ripetutamente al gioco come mezzo per arrivare al fine, il risultato. È questa la via che il suo allenatore ha indicato sulla mappa, è questo il percorso che mai – indipendentemente dalle difficoltà che si presenteranno durante il cammino – andrà abbandonato.