Fedele al Calcio – Salernitana, bisogna “costruire” Braaf: i dati sottolineano il talento, ma non basta
L'analisi del classe 2002
Nella Salernitana costruita con pochi soldi e tante idee dal DS Gianluca Petrachi, e che inevitabilmente è ancora immersa in un processo di costruzione della propria identità tecnica, tattica e attitudinale, le prime cinque giornate di campionato hanno messo in mostra diverse cose, dalle contrapposte tonalità, e conseguenti spunti di riflessione. Uno di questi – a detta di chi scrive – riguarda Jayden Braaf.
Arrivato in prestito dal Verona, il classe 2002 – già noto al calcio italiano per le esperienze sia con gli scaligeri che con l’Udinese, club che nel 2021 l’ha prelevato dal Manchester City – si presentava dunque ai nastri di partenza con un identikit relativamente definito, delle qualità note o comunque immaginabili, e un discreto carico di hype – dicono Oltremanica e Oltroceano – in virtù di uno stile di gioco senza alcun dubbio effervescente.
Sensazioni, conoscenze e situazioni confermate dal campo e dai numeri: come apprendiamo da fotmob.com, Braaf è il giocatore con più tiri ogni novanta minuti (4,9, seguono Portanova e Borrelli), più conclusioni nello specchio (2,7 ogni 90′) e con il maggior numero di dribbling riusciti (5,5 ogni 90′, completano il podio Kargbo e Bragantini) dell’intera Serie B.
Dati che, dunque, testimoniano l’indole creativa e offensiva di un calciatore che, sin dai tempi dell’Academy del Man City, ha abituato a giocate di qualità e di un certo impatto, oltre che sempre – costantemente – energiche, ma che ora necessitano di tangibili aggiunte.
Come certificato soprattutto dall’ultimo ingresso contro il Pisa, ma in parte anche contro il Mantova (entrambe le partite sono terminate con un KO dei campani), l’ex Nazionale under 18 olandese è parso in più di una circostanza impreciso, poco connesso mentalmente con il momento della partita e inconsapevole della necessità di alzare l’asticella dell’attenzione, tanto nelle scelte quanto nei movimenti e nell’atteggiamento. Non manca, nel gioco di Braaf, una punta di imprecisione che, nel percorso per diventare un giocatore di alto livello, deve necessariamente essere corretta. A ciò bisogna aggiungere, come verificabile dalla heatmap del ragazzo, più coinvolgimento anche in fase difensiva, dove il ragazzo al momento è poco presente e/o coinvolto.
Indiscutibile talento ma contestuale mancanza di continuità (non può essere un caso che finora non sia mai partito titolare) e impatto lato sensu nella partita: un giocatore con queste qualità potrà – e dovrà – essere importante per la Salernitana, a patto che il mantra sia sempre e solo quello del lavoro.