Garbato, ma non troppo – Pisa, che figuraccia la querelle Kolarov! Tanta approssimazione non è ammissibile
Sbagliare è umano, ma la modalità è diabolica
In una Serie B ricca di imprevisti come il respingimento dell’iscrizione della Reggina, la situazione stadio del Lecco e l’ombra di Massimo Ferrero sulla Ternana, dà segnali poco incoraggianti anche il Pisa. La notizia dell’addio precocissimo di Aleksandar Kolarov non spiazza soltanto per il fatto in sé, ma anche e soprattutto per il modo in cui è stato raccontato. Sarebbe bastato glissare sull’argomento nascondendosi dietro le più vaghe “motivazioni personali”. La spiegazione è talmente ingenua e amatoriale da sembrare quasi una giustificazione piuttosto che la realtà. In tal caso la toppa sarebbe assai peggio di qualsivoglia buco. Che un neo-ds, alla prima esperienza della carriera, possa scoprire di non essere ancora pronto a svolgere il lavoro è legittimo. Che una società ad altissimo budget del campionato cadetto, con una proprietà ambiziosa alle spalle, scelga una figura che si rivela così lontana dal necessario professionismo che la competizione richiede lo è molto meno.
Nel calcio rischiare è lecito e a volte è un atteggiamento che paga. Per la società toscana, però, dopo un anno difficile a seguito di una finale playoff persa che faceva presupporre ben altre prospettive forse era meglio stare coi piedi per terra. Si è deciso di puntare su due esordienti ai vertici dell’area mercato e di quella tecnica e il risultato è che al 10 luglio è appena ricominciata la ricerca di un direttore sportivo con l’inevitabile conseguenza di aver perso tempo preziosissimo per indirizzare la sessione estiva. Non solo in entrata, ma anche e soprattutto in uscita. La rosa, infatti, è ampissima e cedere calciatori ai margini è un lavoro complicato che richiede spiccate abilità. Vien da chiedersi cosa motivi l’inversione di rotta un club che ha saputo ripartire dalla Serie C e imporsi grazie a un senso della programmazione che in Italia era ed è merce rarissima. L’avvento del patron Alexander Knaster è stato carburante per i sogni ma ha forse tolto equilibrio, dando in alcuni frangenti una sensazione di approssimazione. Adesso c’è una scelta importante da compiere, un nome da non sbagliare. La credibilità dello stesso dirà molto dei presupposti con cui il Pisa si affaccerà alla Serie B.