La voce del tifoso – Altra notte magica per il VeneziaMestre
E’ tutto un equilibrio sopra la follia in questa serata a chiare tinte arancioneroverdi. Perché dietro la pazza idea di essere ancora qui a lottare per un sogno che assomigliava più ad un’utopia ad inizio stagione, c’è l’armonia e la coerenza tattica di una squadra che resterà per sempre nelle menti e nei cuori degli […]
E’ tutto un equilibrio sopra la follia in questa serata a chiare tinte arancioneroverdi. Perché dietro la pazza idea di essere ancora qui a lottare per un sogno che assomigliava più ad un’utopia ad inizio stagione, c’è l’armonia e la coerenza tattica di una squadra che resterà per sempre nelle menti e nei cuori degli appassionati unionisti. L’ennesima grande domenica regalata da questi ragazzi alla propria gente è solo l’ultimo episodio di due anni vissuti sempre sulla cresta dell’onda, un’onda che giorno dopo giorno ha spazzato via i dubbi e le paure di un popolo troppe volte bruciato da società non all’altezza, da giocatori poco fieri della maglia che indossavano, da allenatori di passaggio e senza stimoli.
La marea arancioverde che dal primo pomeriggio straripava lungo i campi e le calli con un entusiasmo contagioso è il biglietto da visita di una squadra che ha saputo far riemergere in pochi mesi un’idea, un concetto, un principio, che si stava smarrendo sulla strada dell’indifferenza e della rassegnazione, ovvero che il VeneziaMestre è la squadra della nostra provincia, della nostra terra, della tradizione dei nostri genitori e dei nostri nonni, seppur con un nome ed un colore diverso, è la nostra storia.
E la sfida col Perugia raccoglie tutti questi messaggi e li convoglia in una partita di pallone in cui fosse possibile dimostrare tutto questo. La cornice di pubblico è di quelle che non si vedeva da almeno un decennio, non tanto per il numero di spettatori, già raggiunto in diverse occasioni in questi anni, ma per l’impeto e la dedizione di una curva e una tribuna sempre più bramosa di calcio d’alto livello per i propri colori. Il “Pope” con cui la sud accoglie le squadre in campo è un brivido che non vola via, alla sciarpata unionista risponde una curva ospite numerosa e colorata.
L’inizio di partita è di marca umbra, i ragazzi di Nesta appaiono più precisi e convinti rispetto alla sfida del Curi di un mese orsono. La scelta di Inzaghi premia ancora Suciu nella mediana, che nei primi minuti però palesa frammenti di troppa tensione, perdendo un paio di palloni sanguinosi. La sfida aumenta di tono ed intensità con il passare dei minuti, con gli ospiti che trovano buoni spazi alle spalle del centrocampo veneziano, ma non riescono a sfondare una linea MAD tornata a livelli di assoluta perfezione, accontentandosi solo di conclusioni dalla distanza, sulle quali lo splendido Audero non si fa mai sorprendere. La sensazione è di un VeneziaMestre ancora una volta attento nel leggere l’incontro, concedendo poco ai biancorossi e cercando di colpire alla prima occasione.
E poi ci sono attimi che resteranno scolpiti nei cuori dei tifosi per sempre, come un dipinto o un film che potresti stare a guardare per ore ed ore. Il capolavoro è dell’artista Leo Stulac, che a metà ripresa dipinge una parabola da premio oscar, insaccando sotto la sud il gol del vantaggio unionista.
Lo stadio sembra crollare dalla gioia, e probabilmente la metafora è più realistica di quanto si possa immaginare. Il VeneziaMestre si scrolla di dosso la tensione accumulata in queste settimane di attesa e gli ospiti iniziano a sbagliare anche i palloni più semplici. La classe di Diamanti e la veemenza di Cerri vanno via via spegnendosi, inermi davanti ad una linea difensiva estasiante. Il secondo tempo riparte con i padroni di casa ordinati nelle chiusure e più sicuri nelle ripartenze; Stulac coordina in regia dimostrando a tutti perché questo sarà il suo ultimo campionato cadetto in carriera, Geijo e Litteri combattono su ogni pallone colpendo alle spalle degli esterni perugini. La partita si chiude al 74° quando Modolo è lesto a ribattere in rete una respinta dell’estremo difensore umbro. Il Penzo in versione Bombonera trema nuovamente dalle fondamenta, mentre Pinato in contropiede sigla la rete del tre a zero, l’apoteosi diventa realtà.
Si chiude così una serata magica per il VeneziaMestre ed i suoi tifosi, una serata che qualche anno fa avremmo potuto solamente sognare, guardando gli altri giocare e gioire davanti ad una tv. Quello che stanno facendo questi ragazzi non è solo giocare a pallone, ma è prendere per mano un popolo e trascinarlo di forza allo stadio, è dimostrare al paese intero che i colori arancioneroverdi non sono finiti dentro ad un album di ricordi e nostalgia ma sono ancora vivi e fieri, è raccontare alle nuove generazioni che se nelle due città c’è ancora qualcuno che non crede in questa squadra ed in questi colori è un problema suo, perché non ha idea di quello che si sta perdendo. Tra due giorni ci sarà il Palermo, semifinale playoff, e niente, fa già sorridere così… Avanti Unione!