La voce del tifoso – Un anno magico per il VeneziaMestre
Ci sono stagioni che non vorresti finissero mai, ci sono passioni che nascono, crescono, poi per mille motivi si trascurano per poi riscoprirle più forti e più vive che mai. Con la sfida di ieri sera va in archivio la regular season di uno dei campionati più entusiasmanti della storia unionista, ma la favola non […]
Ci sono stagioni che non vorresti finissero mai, ci sono passioni che nascono, crescono, poi per mille motivi si trascurano per poi riscoprirle più forti e più vive che mai. Con la sfida di ieri sera va in archivio la regular season di uno dei campionati più entusiasmanti della storia unionista, ma la favola non è ancora conclusa, e tra otto giorni ci aspetterà una di quelle sfide che abbiamo sognato per molti, forse troppi, anni.
In uno stadio stracolmo di passione va in scena l’ennesimo atto d’amore di una tifoseria riscopertasi grande verso un gruppo di uomini che hanno saputo mettere sul campo tutta la determinazione del proprio condottiero, incarnando alla perfezione lo spirito di una città che aveva una voglia irresistibile di riprendersi il posto che le spettava nel panorama calcistico nazionale.
La visione del presidente Tacopina, il suo sogno ed il suo modo di immaginare un futuro diverso per questi colori, si è concretizzato ad una velocità che nemmeno i più inguaribili ottimisti avrebbero mai pensato, trascinando letteralmente centinaia e centinaia di anestetizzati cuori arancioverdi in quel vecchio stadio che avevano perso di vista per un po’, come si fa con i vecchi amori che si danno per scontati.
Un calciomercato estivo non entusiasmante aveva fatto pensare ad una sorta di ridimensionamento, ad un’annata di decompressione dopo un paio di stagioni giocate a tutto gas, sia dentro che fuori dal terreno di gioco. La conferma in blocco della rosa lasciava la sensazione di una squadra solida, coriacea, ma probabilmente un pochino povera di qualità. Ma se questa percezione appariva corretta nelle prime giornate, lo stesso non si poteva dire nel resto del torneo, quando la formazione di Inzaghi ha saputo mostrare delle doti tecniche di assoluto valore, palesando pure elementi degni della categoria superiore.
Nel match contro il Pescara, inoltre, Inzaghi ha dimostrato pure la bontà della sua rosa, utilizzando l’oggetto misterioso Firenze fin dal primo minuto, ed affidandosi in attacco alla coppia Zigoni-Geijo. In un atmosfera bollente sono i padroni di casa a fare la partita, con gli ospiti arroccati nella propria metà campo, a caccia di quel punticino che significherebbe salvezza. I ritmi non sono vorticosi, e le due squadre si affrontano senza troppa fantasia. Ciononostante sono un paio le occasioni capitate al VeneziaMestre, con una traversa colpita da Stulac nel primo tempo ed un miracolo del portiere abruzzese su Litteri a metà ripresa. Il risultato di Salerno che vedeva il Palermo avanti riduceva ulteriormente la verve agonistica degli arancioneroverdi, che chiudono così la loro stagione regolare con un pareggio bianco.
Il tributo della curva a fine incontro è il giusto premio ad una squadra ed una società che ha saputo riaccendere l’entusiasmo di due città verso la loro squadra di pallone, quel VeneziaMestre che rappresenta l’unita della città di mare con quella di terra, la storia stessa di un popolo fiero e raccolto sotto quel leone alato che troverà posto anche nei prossimi playoff del campionato cadetto, con quell’umiltà che ci contraddistingue, ma pure con l’ambizione di chi vuole tornare grande. Avanti Unione!