La voce del tifoso – VeneziaMestre alla ricerca dell’anima smarrita
E’ un VeneziaMestre opaco e poco convinto quello sceso in campo contro la Pro Vercelli questo sabato. Ma a deludere particolarmente non è stata la poca qualità e fantasia nelle giocate, ma lo spirito stesso di una squadra che sembra aver smarrito l’anima vincente e coraggiosa che l’anno scorso e questo inizio di stagione l’avevano […]
E’ un VeneziaMestre opaco e poco convinto quello sceso in campo contro la Pro Vercelli questo sabato. Ma a deludere particolarmente non è stata la poca qualità e fantasia nelle giocate, ma lo spirito stesso di una squadra che sembra aver smarrito l’anima vincente e coraggiosa che l’anno scorso e questo inizio di stagione l’avevano contraddistinta.
Gli alibi per un match molto al di sotto delle attese questa volta ci sono tutte, le pesanti assenze nella colonna dorsale del team arancioneroverde, personificate nel capitano Domizzi e nel regista Bentivoglio, sommate al lungo degente Garofalo ed all’altro centrale Modolo, rendono la sfida con i piemontesi già complicata in partenza, anche se la situazione di classifica degli ospiti legittimava a più di una speranza.
Ma la tanto invocata rivoluzione tattica, almeno dal sottoscritto, seppur agevolata teoricamente dalla mancanza di due terzi della MAD, non ha avuto luogo, con Inzaghi che ancora una volta ha preferito inserire nella formazione iniziale cinque difensori di ruolo e due sole punte effettive. Tale modulo tattico che così bene aveva fatto nelle prime dieci, dodici partite di questo campionato, sembra però aver perso di efficacia, in particolare alla luce dell’assenza dell’incursore Garofalo, giocatore capace di offrire un grande apporto in zona offensiva, con una qualità nei cross e nelle giocate decisamente superiore a quella del più difensivo Del Grosso. Le scelte offensive quindi ricadono sulla coppia Zigoni-Marsura, mentre Falzerano parte ancora dalla linea dei centrocampisti. In difesa la classica linea a tre vede Cernuto e Bruscagin affiancare il titolare Andelkovic. Il match s’incanala subito sulla strada migliore per l’Unione, con lo stacco di testa di Cernuto a portare avanti i lagunari dopo soli nove minuti. Ma è proprio da quel momento che inspiegabilmente la formazione locale concede possesso palla e campo ai bianconeri, che per lunghi tratti della prima frazione chiudono i lagunari all’interno della propria area, costringendoli spesso in affanno anche a causa dello scarso affiatamento tra i membri della difesa. “Unione” che raramente riparte in velocità, se non attraverso lunghe verticalizzazioni, e quando la Pro Vercelli concede il fianco agli avanti veneziani, le giocate negli ultimi venti metri si fanno fumose ed inconcludenti. Ed è così che all’ultimo respiro della prima frazione gli ospiti arrivano al meritato pareggio, sfruttando uno dei pochi errori di Emil Audero di questo campionato.
Si va all’intervallo con la sensazione che la partita sia alla portata, ma che un cambio di ritmo sia necessario. Ci si aspetterebbe una mossa più ardita del mister emiliano, ma invece nulla cambia ed è la squadra pluri campione d’Italia a spingere di più alla ricerca del vantaggio. La curva sud aumenta i decibel del tifo, ma il VeneziaMestre continua a non scuotersi. L’intensità non manca, una buona occasione per Zigoni prima, per Marsura poi riaccendono le speranze del Penzo, ma la Pro ribatte colpo su colpo e sfiora più volte la rete del 2-1. Si scalda tutta la panchina veneziana, ma lo staff arancioneroverde sceglie di cambiare per non cambiare, con le classiche sostituzioni di una punta per una punta, in questo caso Moreo per Zigoni. Ma se in una trasferta proibitiva come quella di Palermo la scelta di mantenersi accorti poteva essere condivisibile, altrettanto non si può dire in una sfida assolutamente da vincere come quella contro la penultima della classe in casa propria. Zigoni esce per la prima volta tra qualche timido fischio, ma ci si domanda come sarebbe stata la sua partita, se non la sua stagione fin qui, al centro di un attacco più sostenuto, magari con due esterni come Moreo e Marsura che già l’anno scorso hanno dimostrato di sapere anche ripiegare con puntualità e tenacia. Anche il secondo cambio non convince per le stesse ragioni, quando ha trovato il campo per la prima volta in questa stagione l’oggetto misterioso Mlakar, ma anche in questo caso prendendo il posto del suo omologo Marsura, a dieci minuti dalla conclusione dell’incontro. La partita di conseguenza si conclude con un punto a testa, che non fa né troppo morale né troppa classifica.
La caratteristica migliore e la forza stessa di questa “Unione” targata Pippo Inzaghi era stata proprio la voglia di far suo ogni incontro, anche nelle giornate che sembravano più grigie, questo messaggio lanciato alla squadra non mancava mai. L’impressione è che il tecnico abbia perso un po’ di fiducia nei propri ragazzi, e piuttosto che esporli a dolorose lezioni, tenda in questo momento ad alzare le controdifese. Ma la classifica resta corta da qualsiasi lato la si voglia guardare, e senza dimenticare per nessun motivo quale sia la nostra dimensione in questa stagione, e quale sia il nostro recentissimo passato, bisogna anche ammettere che i punti salvezza devono essere ricercati proprio in sfide come questa, magari rischiando qualcosina in più.
Le note positive, insieme ad una curva sempre più colorata e divertente, si possono ricercare in uno Stulac che sembra il giocatore più pronto ad un’eventuale promozione nelle gerarchie del mister, abbinando la sua consueta grinta ad una buona proposizione di gioco. Ancora convincente il jolly Falzerano, che però piacerebbe vedere più vicino alla porta e con meno compiti di copertura.
In conclusione, le ultime giornata hanno riportato con i piedi per terra un ambiente abituato molto bene negli ultimi anni, e la sensazione è che a gennaio si scoprirà veramente cosa questa società vorrà fare da grande. Venerdì sera ci aspetterà la partita più complicata che potesse esistere in questa fase del campionato, a Foggia, in un campo difficilissimo quanto caldo, ed una formazione in grossa difficoltà che brama punti per la salvezza. Le defezioni saranno ancora massicce, ma la speranza è che questa squadra riesca a ritrovare quell’entusiasmo e quella sana spensieratezza che invece ai propri sostenitori non è mai venuta meno. Forza Unione!