La voce del tifoso – Il VeneziaMestre ha deciso di crederci!
Dicono che il calcio sia solo un gioco, dicono che emozionarsi per un pallone che varca una linea sia sciocco, dicono che esaltarsi per undici milionari che rincorrono una sfera sia triste. Ci sono cose più serie, battaglie più importanti. Ed è tutto vero. Eppure non riesco proprio a spiegarmi perché un fallo fischiato al […]
Dicono che il calcio sia solo un gioco, dicono che emozionarsi per un pallone che varca una linea sia sciocco, dicono che esaltarsi per undici milionari che rincorrono una sfera sia triste. Ci sono cose più serie, battaglie più importanti. Ed è tutto vero. Eppure non riesco proprio a spiegarmi perché un fallo fischiato al limite dell’area mi lascia sperare, come mai una palla di cuoio calciata da un ragazzo sloveno mi blocca il respiro, e soprattutto com’è che quando si infila sotto l’incrocio dei pali allo scoccare dell’ultimo istante di gioco, il mio cuore si sincronizza per magia con migliaia di altri vicino a me in un unico canto di gioia profonda, un’esplosione mistica di piacere collettivo che può solo gridare: “ancora! Dateci la Cremonese, subito’”.
Perché è questo ciò che lascia questo sabato, proprio come quelli precedenti, la voglia di rivedere subito all’opera questi ragazzi, questa squadra di cui ci siamo follemente innamorati, e come gli innamorati tendiamo ad ignorare i piccoli difetti per osservare la bellezza generale e totale di un VeneziaMestre che incarna al cento per cento lo spirito di una tifoseria che ha sofferto tanto, ma non ha mai mollato ed ora ha voglia di riprendersi ciò che le spetta.
Ho cominciato per forza di cosa dalla fine, da quella rete fantastica di Leo Stulac sempre più eroe di questa stagione lagunare, ma è l’intero pomeriggio arancioneroverde a dover esser ricordato, attraverso flash di una giornata da categoria superiore. In un Pierluigi Penzo quasi esaurito la sfida tra VeneziaMestre e Foggia va in scena sotto un sole estivo e davanti a due tifoserie tanto colorate quanto rumorose. Ai padroni di casa basta un pari per la certezza matematica dei playoff, agli ospiti serve la vittoria per riavvicinarsi al treno di testa. E sono i pugliesi infatti a fare la partita, mentre i ragazzi di Inzaghi si chiudono con la consueta serenità e lucidità, dando l’impressione di voler lasciare sfogare gli avversari prima di colpire.
Cernuto si dimostra ancora una volta una valida alternativa all’infortunato Andelkovic, mentre Suciu è confermato a fianco del regista sloveno sulla mediana. Il match si sblocca al 41º, quando sugli sviluppi di un corner l’atterramento di Domizzi costa un penalty ai rossoneri, magistralmente trasformato da Litteri sotto la curva sud.
Nella ripresa sono ancora gli ospiti a mantenere il baricentro alto, mentre gli arancioneroverdi faticano a ripartire per vie centrali, puntualmente pressati dai giocatori di Stroppa. Foggia che si rende pericoloso in un paio di circostanze, con Audero salvato dai legni di casa. Il neo entrato Geijo fallisce il colpo del ko e durante il primo dei quattro minuti di recupero è il bomber ospite Mazzeo in dubbia posizione a versare litri e litri di acqua gelida sulla schiena dei tifosi veneziani.
Ma negli ultimi due anni questa squadra ci ha abituato ad ogni sorta di miracolo, così alla punizione guadagnata da Soligo allo scadere riecheggia all’interno del vecchio Penzo una speranza. E come detto è il talentino Stulac a trasformare questa speranza in una realtà paradisiaca. Il boato della sud è talmente forte da spazzare via i fantasmi della gara d’andata, la follia è unanime, la partita è vinta ed il sogno più vivo che mai.
Nelle due città, nei bar, per le strade, nelle scuole e negli uffici ora c’è solo VeneziaMestre, tutti vogliono raccontare e fare parte di una favola che comunque andrà a finire, sancirà la rinascita di un orgoglio nascosto per troppi anni.
Nessuno sembra voler mancare in quel di Cremona sabato prossimo, in una sfida che potrebbe regalarci la possibilità di giocarci a novanta minuti dal termine del campionato, la serie a diretta.
C’è chi dice che è solo un gioco, sarà, ma a me i polsi tremano comunque.
Avanti Unione!