La voce del tifoso – VeneziaMestre tra dubbi e speranze
E’ un VeneziaMestre che non t’aspetti quello che si palesa al Cino e Lillo Del Duca di Ascoli in una domenica che ricorda l’inizio della stagione estiva piuttosto che quella autunnale. Dopo nove giornate in cui la fase difensiva è stata la vera protagonista, gli arancioneroverdi scoprono pure un attacco imprevedibile ed efficace, sebbene ancora […]
E’ un VeneziaMestre che non t’aspetti quello che si palesa al Cino e Lillo Del Duca di Ascoli in una domenica che ricorda l’inizio della stagione estiva piuttosto che quella autunnale. Dopo nove giornate in cui la fase difensiva è stata la vera protagonista, gli arancioneroverdi scoprono pure un attacco imprevedibile ed efficace, sebbene ancora troppo poco cinico. Enigmatica e forse indecifrabile questa “Unione”, esattamente come questa serie cadetta, che dopo quasi un quarto del campionato continua a non avere padroni ne squadre materasso. Ma se questo porta ad una maggior spettacolarità ed imprevedibilità dei match, allo stesso tempo costringe qualsiasi tifoseria a domandarsi quale sia il vero valore dei propri beniamini. E questo vale particolarmente per un VeneziaMestre che a tratti sembra dilagante, ma che poi rischia di gettare tutto il lavoro al vento per disattenzioni non degne di questi palcoscenici. Per la seconda volta consecutiva infatti, si subiscono due gol in pochi minuti, che portano a due differenti approcci analitici; in primis questa è una squadra che non può permettersi di calare d’intensità mentale, mai. In secondo luogo che questi ragazzi non hanno perso la buona abitudine, nata e cementificata nell’anno passato, di non mollare mai, seguendo a pieno la filosofia del proprio mister.
Ma se nelle prime giornate di questa stagione, i lagunari sembravano andare raramente in affanno, nelle ultime due partite con Carpi ed appunto Ascoli, i momenti di sofferenza sono stati diversi, entrambi nati dopo il vantaggio, a mio parere per una scelta di equilibrio tattico un pochino troppo prudente. Si può dire ciò, in particolare alla luce della reazione dei veneti dopo ogni gol subito, rabbiosa ancorché lucida e veemente. Nuovamente sugli scudi la catena di destra, con un Falzerano da categoria superiore, ed un Marsura che per lunghi tratti di partita è apparso inarrestabile, sebbene sia probabilmente primo imputato per i mancati tre punti, quando in pieno recupero ha sprecato una comoda palla per il 3-4.
La scelta di Inzaghi di affidarsi al doppio centravanti nel momento decisivo della partita, ha consentito di conoscere un potenziale offensivo di cui spesso si è criticata la pochezza, ma che invece permette soluzioni tattiche capaci di cambiare il corso degli incontri. Ma se queste sono le indubbie note positive uscite dal Del Duca, da riportare c’è pure una serie di disattenzioni arretrate da non sottovalutare; l’impressione è che questa squadra non possa rinunciare a capitan Domizzi, assente invece in terra marchigiana, nemmeno per un’istante; questo più per una pericolosa carenza di equilibri, che per un livello delle seconde linee, comunque sufficiente per la categoria.
Non spenderei invece troppe parole per la “papera” del giovane Audero, giocatore che diventerà senza dubbio uno dei migliori portieri dei prossimi anni, passando anche attraverso inevitabili passi falsi come quello di sabato pomeriggio.
Un ultimo pensiero va invece ad una curva sud VeneziaMestre sempre più presente e rumorosa; in un momento storico di ricostruzione totale di questa società, dal settore giovanile, agli impianti, alla dirigenza, il ritrovato entusiasmo di una tifoseria martoriata da anni di sogni infranti e delusioni, era il naturale passaggio, tanto auspicato dal presidente e da superpippo. Ci si augura che una volta per tutte si archivino le anacronistiche beghe interne legate a nomi, colori ed identità, tipiche dell’ambiente lagunare, per il bene di una squadra che, in attesa del nuovo stadio, inizia a far sognare un’intera città.