La voce del tifoso – VeneziaMestre, testa, cuore ed orgoglio
Questo VeneziaMestre non muore mai. Se c’è qualcosa di certo che emerge dallo stadio Rigamonti in questo pomeriggio tipicamente padano è questo. Raccontare solo gli ultimi minuti di questa sfida potrebbe essere sufficiente per dare il senso di questo inizio stagione lagunare, ma non renderebbe merito ad una squadra che domina per 85 minuti in […]
Questo VeneziaMestre non muore mai. Se c’è qualcosa di certo che emerge dallo stadio Rigamonti in questo pomeriggio tipicamente padano è questo. Raccontare solo gli ultimi minuti di questa sfida potrebbe essere sufficiente per dare il senso di questo inizio stagione lagunare, ma non renderebbe merito ad una squadra che domina per 85 minuti in un campo ostico, subisce un destro che avrebbe steso la maggior parte dei pesi massimi in circolazione, si rialza ed in un due minuti strappa un successo tanto insperato quanto meritato.
“Unione” che ancora una volta dimostra quanto la forza di questa squadra vada ben oltre alla somma delle singole individualità che la compongono.
Encomiabile lo spirito con la quale si affronta fin dalle prime battute uno stadio storico ed una formazione in ottimo stato di forma, condizione fisica e mentale sublimata lo scorso weekend con la larga vittoria in quel di Pescara. La fase di studio tra le due squadre resiste fintanto che gli ospiti iniziano a rendersi consapevoli degli sbandamenti difensivi dei lombardi, che appaiono contratti e costantemente in ritardo sulle due giovani punte lagunari scelte da Inzaghi come coppia titolare. Marsura e Moreo infatti si trovano con disarmante facilità, senza soluzione di continuità dalla stagione scorsa, quando hanno regolarmente punito le difese avversarie della terza serie italiana. Ma se i movimenti e le idee sono indubbiamente di ottima caratura, altrettanto non si può dire della precisione al tiro; almeno cinque le clamorose occasioni create dagli Arancioneroverdi nella prima frazione di gioco, nessuna capitalizzata. Decisamente troppi gli errori per una squadra che fino a questo momento del campionato non è sembrata, ancora, una macchina da gol.
Si va all’intervallo a reti inviolate, un risultato che lascia da un lato l’amaro in bocca per le numerose chance sciupate, dall’altro la consapevolezza di poter uscire da Brescia con un risultato positivo.
Ma come spesso capita in questo sport, alla prima occasione sono invece le rondinelle a passare a condurre, sfruttando al meglio una magnifica giocata di un giocatore che continua a fare la differenza anno dopo anno. La straordinaria rete di tacco di bomber Caracciolo sembra evidenziare come la differenza, in questo estremamente equilibrato campionato, la possano fare solamente i grandi attaccanti, fattore che probabilmente manca nella formazione ospite.
Inzaghi dà fondo a tutte le risorse avanzate della propria rosa, escono le due punte della prima frazione, al loro posto i più esperti Zigoni e Geijo. C’è spazio nel finale pure per l’oggetto misterioso Mlakar, che sostituendo il centrale Andelkovic proietta i lagunari verso l’assedio finale.
La reazione lagunare è esplosiva ma lucida, nata dal desiderio di evitare una sconfitta del tutto illegittima. Passano solo due giri di lancette dal vantaggio biancoazzurro infatti, che un traversone dalla sinistra viene controllato a centro area da un Zigoni caparbio e finalmente incisivo, appoggio al liberissimo Pinato e palla all’angolino per la rete del pari. Gioia incontenibile nel settore ospiti, senso di giustizia sportiva saziato in extremis.
Ma questo VeneziaMestre è una squadra che negli ultimi due anni ha imparato a non accontentarsi, giorno dopo giorno sembra assorbire per osmosi la mentalità dell’Inzaghi calciatore, prima che tecnico, ed appare evidente come quando si mollano gli ormeggi di uno schieramento tattico a volte un pochino troppo attendista, le possibilità offensive, intese come reparto, siano veramente di ottimo livello. E mentre i padroni di casa cercano ancora di riordinare le idee dopo lo schiaffo del pareggio, sulla sinistra il sempre elegante Garofalo crossa un pallone verso l’affollata area lombarda, imbeccando il puntualissimo Falzerano che realizza il suo primo gol in serie cadetta. Ed in curva sud è apoteosi mistica.
Brillante la prestazione della squadra lagunare per grande parte del match, da sottolineare la grande giornata di due giocatori in particolare, Zampano sulla fascia destra letteralmente inarrestabile ed insuperabile nelle due fasi, di Pinato in mezzo al campo, lucido e coriaceo fino all’ultimo. Colorata e rumorosa la curva ospite, carica dopo una trasferta in treno che fa balenare alla mente tempi andati.
Rileggendo le mie stesse parole mi rendo conto di come il sottoscritto tenda a romanzare forse un filino troppo le gare della propria squadra del cuore, ma negli ultimi mesi mi rendo lucidamente conto di come questa compagine abbia scritto una serie di pagine onestamente leggendarie della propria storia; scorrono le immagini nella mia mente e suppongo in quelle dei fans unionisti, le vittorie degli ultimi tredici mesi, dalla rimonta di Parma, molto simile a quella di oggi, alle vittorie negli ultimi istanti contro Modena e Bassano, passando per la festa nel derby di Padova sia in coppa che in campionato; il ribaltamento, altresì fortunoso contro il Matera nella finale di Coppa Italia, terminando con i successi di quest’inizio stagione contro Ternana ed Empoli nelle battute finali.
Si può parlare di un ciclo fortunato, probabilmente, ma è statisticamente improbabile che la buona sorte sia la protagonista per un periodo così prolungato..
Il confine tra sogno e pragmatismo a questo punto è molto labile, ma la sensazione è che questa squadra difficilmente possa subire grandi imbarcate nell’arco di una stagione comunque lunga e complicata. Arriveranno sconfitte e momenti delicati, ma fintanto che questa squadra continuerà a coltivare la fiducia nei propri mezzi, potrà ritagliarsi un ruolo da protagonista in questa stagione.
Ed adesso gli appelli a riempire il glorioso Penzo nel lunch match di domenica contro il Perugia dovrebbero palesarsi come superflui, perché i meriti di questa squadra, questo staff tecnico e questa dirigenza, iniziano a farsi non certo trascurabili..