La voce del tifoso – Il VeneziaMestre vince da big
“Si può sognare in grande” tuona Pippo Inzaghi dalla sala stampa del Pierluigi Penzo al termine del match vinto contro il fanalino di coda Ascoli. Ma ai sostenitori arancioneroverdi non serviva l’autorizzazione del tecnico emiliano per volare con la fantasia dopo la quinta vittoria consecutiva tra le mura amiche ed il settimo risultato utile di […]
“Si può sognare in grande” tuona Pippo Inzaghi dalla sala stampa del Pierluigi Penzo al termine del match vinto contro il fanalino di coda Ascoli. Ma ai sostenitori arancioneroverdi non serviva l’autorizzazione del tecnico emiliano per volare con la fantasia dopo la quinta vittoria consecutiva tra le mura amiche ed il settimo risultato utile di fila.
Ed il successo di sabato contro i marchigiani assume ancor più valore alla luce di una prestazione non certo brillante, ma ottenuta attraverso pragmatismo e concretezza, doti fondamentali per poter ambire alle posizioni di vertice di questo campionato.
Le squadre si presentano sul campo in condizioni mentali diametralmente opposte, con il VeneziaMestre lanciatissimo verso la zona playoff ed un Ascoli con un piede nella terza serie ed apertamente contestato dalla propria tifoseria. Ciononostante sono gli ospiti ad iniziare col piglio giusto, palesando la prevedibile “garra” assieme a buone trame di gioco, che però non riescono mai a cogliere impreparata la ricomposta linea MAD veneziana, ritornata a livelli d’eccellenza per l’occasione. Lagunari che danno l’impressione di aspettare troppo bassi l’avanzata dei bianconeri, mentre la manovra appare spesso lenta e confusa. La vecchia volpe di Serse Cosmi dimostra di aver studiato molto bene la squadra veneta, e la sua scelta di raddoppiare puntualmente sugli esterni lagunari risulta vincente per larghi tratti dell’incontro. Ma a complicare il sabato dei padroni di casa è soprattutto lo strapotere fisico dei bianconeri a centrocampo, con un interessantissimo Addae letteralmente padrone della mediana, ai danni di Stulac e Pinato nettamente al di sotto delle loro ultime prestazioni. Si va all’intervallo dopo una performance grigia quanto il meteo per l’Unione, e con i due portieri spettatori non paganti della sfida.
VeneziaMestre che ritorna sul terreno di gioco con gli stessi undici, compreso quel Falzerano che in pochi istanti rimedia ad un primo tempo piuttosto opaco con un dribbling vincente al centro dell’area di rigore provocando l’intervento maldestro del centrale difensivo ascolano che gli costa il penalty. Sotto la sud si presenta Alexandre Geijo che insaccando di destro fa esplodere la tifoseria di casa.
Unione che si sblocca e contestazione della curva ospite che sale di tono ed intensità, aggiungendo maggior pressione alla già precaria situazione marchigiana. Ascoli che subisce il colpo senza decidere però di mollare gli ormeggi alla ricerca del pareggio. Ed è proprio questa fase della partita che lascia ai supporter arancioneroverdi la sensazione di esser davanti ad una squadra di livello; mai in affanno, sempre coriacei ed efficaci i giocatori di Inzaghi, stabilmente in controllo di tempi e pallone, seppur decisamente anemici nella fase di conclusione. Ma se per quasi tutto il girone d’andata, il fatto di trovarsi in vantaggio nei finali d’incontro costringeva il popolo unionista a lunghi minuti di sofferenza, in questa occasione è evidente la metamorfosi di una formazione capace di affrontare giornate non sfavillanti come questa con disarmante incisività. L’espulsione a dieci dal termine di De Santis sancirà la fine delle speranze marchigiane e l’inizio della festa veneziana, la quale sembra non aver nessuna intenzione di placarsi a breve.
VeneziaMestre che compie quindi il suo dovere di classifica, battendo non senza difficoltà l’ultima della classe e preparandosi ad affrontare quella che probabilmente sarà la fase saliente di questo finale di stagione, quando in due settimane si affronteranno Empoli, Cittadella e Frosinone. Le condizioni fisico e psicologiche appaiono vicine al top, con la salvezza ormai conquistata e la consapevolezza di aver già raggiunto il target di un campionato al di sopra di ogni attesa. E mentre nella sud la parolina magica risuona sempre con maggior frequenza, le scaramanzie si sprecano, e le menti corrono ai ricordi di un tempo che pensavamo di non poter rivivere più, ed invece eccolo qui.